Tino Din Cicco, di Guardiacivica di Pescara, critica duramente l'operato di Trenitalia in Abruzzo. ll nuovo Contratto di Servizio prevede che la regione dovrà acquistare il servizio ferroviario non sulla base dei chilometri di servizio forniti, ma sulla base dei tempi di servizio forniti. E quindi più i treni vanno piano più l'azienda ci guadagna e i contribuenti pagano, alla faccia dell'alta velocità
"Immaginiamo
per un momento che in Italia ( e in Abruzzo) il trasporto ferroviario
venga gestito in regime di monopolio. Immaginiamo poi che l’impresa
alla quale è stata affidata la gestione del Trasporto ferroviario
sia viziata da gravi inefficienze che tende a scaricare sulla
collettività. Immaginiamo infine che la politica, che dovrebbe
tutelare la comunità, abbia gravi responsabilità nel decidere gli
organigrammi dell’impresa monopolistica. Dentro un ipotetico quadro
del genere, chi si spenderà per tutelare il servizio ferroviario
offerto alla comunità ?
Non è interesse dell’impresa migliorare i processi, e neanche della politica. Solo la rivolta dei cittadini potrebbe, in questo contesto, ricollocare al centro l’interesse generale.
Nel campo del trasporto ferroviario
nazionale, e in quello della nostra regione in particolare, noi siamo
purtroppo dentro lo scenario ipotizzato all’inizio : Trenitalia,
infatti, scarica le sue inefficienze sulla collettività, mentre la
politica non riesce ad imporre alla stessa Società di trasporto la
tutela degli interessi generali.
Anzi, ogni giorno che passa
Trenitalia danneggia sempre più le comunità che la pagano per
ottenere un servizio ferroviario decente.
Consideriamo, per
esempio, il treno 3202/3 che parte da Pescara alle ore 8.44 per
arrivare a Teramo alle ore 10.00, ma le stesse considerazioni si
possono produrre per tutto il servizio ferroviario regionale.
Il
treno impiega 76’ per viaggiare da Pescara a Teramo; ne impiegava
65 quando la linea Giulianova-Teramo non era stata ancora
elettrificata, e si utilizzavano ancora le vecchie “littorine”.
Oggi
che la nostra collettività ha speso molto denaro pubblico per
migliorare il servizio , sia in campo infrastrutturale, sia per
acquistare nuovi mezzi di trasporto, la velocità commerciale dei
treni abruzzesi diminuisce sempre più.
Il treno 3202/3 è
costretto a soste prolungate nelle stazioni per non partire prima del
previsto. Deve viaggiare al minimo per non arrivare in stazione in
anticipo sull’orario
E il “bello” è che tutta questa riduzione di velocità nei collegamenti ferroviari dovrebbe diventare ( diventerà?) un consistente guadagno per Trenitalia. Il nuovo Contratto di Servizio prevede, infatti, che l’Abruzzo ( come le altre regioni ) dovrà acquistare il servizio ferroviario regionale non sulla base dei chilometri di servizio forniti ( come è sempre stato ), ma sulla base dei tempi di servizio forniti. Perciò se in altri periodi il collegamento Pescara-Teramo necessitava di 60’ e costava alla regione 100 ( per esempio), domani per lo stesso collegamento potrebbero essere necessari 120’ e costare così 200 alla nostra regione.
Noi abruzzesi, attraverso le nostre
istituzioni regionali, siamo acquirenti unici del servizio
ferroviario prodotto da Trenitalia in Abruzzo, pagando circa 40
milioni di euro; eppure non riusciamo neanche a dire a Trenitalia che
i suoi treni debbono accelerare e non frenare quando trasportano a
casa, a scuola e nelle fabbriche i nostri pendolari!
E siccome noi
non siamo capaci, loro continuano a frenare, danneggiandoci più
volte. La prima volta perché ci sottraggono più tempo del dovuto
per il nostro viaggio. La seconda perché più rallenta, più
Trenitalia riuscirà a guadagnare dalla nostra collettività.
E, infine, anche perché peggio va il nostro trasporto pubblico locale, peggio andrà la vita nelle nostre città!