In Abruzzo le tasse aumentate del 14 per cento in 5 anni

I conti del Centro Studi Sintesi

23 Dicembre 2008   12:09  

 Irap, Irpef regionale, Rc auto, Ici, Irpef comunale. Una serie di tasse locali che negli ultimi cinque anni sono aumentate del 10,1% in termini reali.
In pratica, Comuni, Province e Regioni hanno incassato nel 2006 ben 72,9 miliardi di euro (nel 2001, invece, l'ammontare complessivo delle tasse locali era di 58,8 miliardi.
In Abruzzo si è registrata una crescita superiore alle media nazionale, del +14,6%
A fare i conti e' il Centro Studi Sintesi di Venezia che ha analizzato la pressione tributaria (imposte e tasse) a livello locale. Secondo lo studio, nel 2006 e' stata di 1.248 euro la pressione tributaria locale per abitante contro i 1.134 euro nel 2001.

Una cifra rilevante, cresciuta di anno in anno con un certo impatto nel sostenere lo sviluppo delle economie locali.

Secondo invece  il rapporto su Economia e Finanza Locale di Ifel, un abruzzese versa in media  ogni anno 513 euro nelle casse delle amministrazioni comunali, mentre un abitante ligure ne versa 820 mentre quelli della Sicilia o della Basilicata si «salva» con un tributo annuo inferiore ai 330 euro.  Guardando a macro-aree, è il centro a pagare di più, con 639,2 euro, contro i 381,9 del sud ed i 625,8 del nord. Ma il nord spende il doppio del sud in servizi alla persona.

Dopo il Lazio, con una pressione fiscale locale di 1.662 euro, sono soprattutto i residenti nelle regioni del Nord della Penisola ad essere i maggiori contribuenti. Nel 2006 la pressione tributaria locale della Lombardia era di 1.576 euro pro-capite, doppia rispetto a quella registrata in Sicilia (ultima regione come sforzo fiscale locale) con 696 euro pro-capite. Notevoli sacrifici sono stati richiesti anche ai cittadini piemontesi (1.571 euro euro pro-capite), ai valdostani (1.483 euro), agli emiliano-romagnoli (1.472 euro), ai toscani (1.400 euro) e ai veneti (1.357 euro). Sotto la media nazionale e nelle posizioni piu' basse in questa particolare classifica si trovano invece la Basilicata (767 euro), la Calabria (773 euro) e la Campania (864 euro).


L'analisi per tipologia di Amministrazione evidenzia come la pressione tributaria sia concentrata soprattutto a livello regionale (825 euro) e a livello comunale (346 euro); le province evidenziano una pressione tributaria molto inferiore (77 euro) in virtu' delle minori competenze a loro assegnate.

La ricerca ha anche analizzato il trend di crescita dell'imposizione nelle varie Regioni italiane dal 2001 al 2006 (ultimo dato disponibile): crescite molto consistenti, quasi doppie rispetto alla media nazionale (+10,1%), si sono registrate in Sardegna (+29,2%), in Calabria (+23,8%), in Campania (+21,8%) e in Puglia e Valle d'Aosta (+20,6%).

Crescite superiori alle media nazionale si sono registrate anche in Sicilia (+18,3%), in Basilicata (+16,5%), in Molise (+15,4%), in Abruzzo (+14,6%), in Piemonte (+13,1%) e in Toscana (+10,5%).

''La crescita dei tributi locali in alcune aree del Sud appare come un elemento incoraggiante affermano i ricercatori del Centro Studi Sintesi. Un sistema federale compiuto, infatti, non potra' prescindere dall' assunzione di una maggiore responsabilita' gestionale da parte degli enti periferici; e' un percorso che, oltre a prevedere un controllo della spesa, puo' consentire anche un aumento della leva fiscale locale. In questo senso, il DDL sul federalismo dovra' delineare un giusto mix tra tributi propri (come quelli analizzati nel presente studio) e compartecipazioni; infatti, l'eccessiva dipendenza da entrate non direttamente manovrabili (come sono le compartecipazioni a tributi statali) potrebbe rivelarsi un freno all'espressione degli ulteriori margini di efficienza pubblica e all'esercizio di una effettiva autonomia. Alla luce di questo, il finanziamento delle spese decentrate dovrebbe avvenire anche attraverso una quota rilevante di tributi propri: grazie alla manovrabilita' di queste imposte e ad un piu' stretto legame tra imposte versate e servizi erogati, gli amministratori locali saranno maggiormente stimolati nel gestire piu' efficientemente la macchina pubblica, a vantaggio di cittadini e imprese''.

 


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