In Francia una pubblicità 'uccide' la fantasia dei bambini

I bambini di (quasi) tutto il mondo hanno ormai cominciato il conto alla rovescia del giorno che li separa dal Natale. Il 25 dicembre, ma soprattutto il lungo periodo della vigilia, è il momento da loro più amato, quello degli alberi e dei presepi, dei dolci e delle mille luci ma, soprattutto, quello dei regali. Babbo Natale per i più piccoli è un'istituzione inviolabile, la radice della loro fantasia che nessuno dovrebbe permettersi di estirpare.

Ma in un mondo senza scrupoli, succede che, in Francia, un gruppo di pubblicitari ha evitato di preoccuparsi della sensibilità dei pargoletti, mandando in onda una pubblicità nella quale il mito di Santa Claus viene distrutto con una semplicissima quanto velenosa frase: "Ho da annunciarti una cattiva notizia: Babbo Natale non esiste.".

A pronunciarla è un papà che vuole convincere il figlio (cresciuto) della convenienza dei servizi offerti dalla banca oggetto dello spot. Fortunatamente, ai piccini poco importa di finanza e affari, ma erano in molti davanti al piccolo schermo perchè, di lì a poco, sarebbe cominciato "Ratotouille".

Indignati per quella sentenza totalmente immotivata, hanno cominciato a piangere a dirotto per la dolorosa scoperta. Il passo successivo, è stato quello di chiedere in maniera sdegnata delle spiegazioni ai genitori e alle maestre. Gli autori della pubblicità, tutt'altro che pentiti, si sono limitati a definire errati la fascia oraria e il periodo di messa in onda.

Questi signori, insomma, non sentono il minimo senso di colpa per aver interrotto così bruscamente ed in maniera violenta i sogni dei più piccini. La tv non ha più alcun riguardo per i minori, e non bisogna pensare che questo fatto sia limitato entro i confini d'Oltralpe. Quante volte anche i nostri programmi e spot non tengono conto degli occhi innocenti dei piccoli? Questa tv è diventata una maestra spietata che vuole tutti i bambini dietro alla lavagna senza possibilità di girarsi per vedere cosa accade. E se piangono? Poco importa.

Francesco Balzano