Ridurre incidenti e impatto ambientale: nuove aree con limite di velocità a 30 km/h nelle strade centrali di Sulmona.
Anche Sulmona adotta il modello delle “zone 30”, seguendo l'esempio di città come Bologna. La nuova normativa, approvata con una delibera comunale, prevede che in diverse strade centrali della cittadina aquilana il limite di velocità venga abbassato da 50 a 30 chilometri orari. Questa iniziativa mira a ridurre i costi economici, sociali ed ambientali legati al traffico veicolare, oltre a migliorare la qualità della vita dei residenti e aumentare la sicurezza stradale.
Le aree interessate includono alcune delle arterie principali di Sulmona: viale Togliatti, via Silvestro Di Giacomo, via Dalmazia e viale Mazzini (nel tratto che va dall'intersezione con viale Sant’Antonio fino a piazzale Barbara Micarelli). Inoltre, anche il centro storico, compreso il reticolo di strade all’interno della zona a traffico limitato (ZTL), rientra nel provvedimento.
Questa misura non riguarda solo la sicurezza: l’obiettivo è creare spazi urbani più vivibili, limitando il rumore e l’inquinamento generati dai veicoli a motore. Si tratta di un approccio sempre più diffuso in Italia ed Europa, dove le “zone 30” vengono utilizzate per promuovere una mobilità sostenibile e incentivare l’uso di mezzi di trasporto alternativi come biciclette e monopattini.
Secondo il Comune, la scelta si inserisce in una visione più ampia di rigenerazione urbana, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea. Ridurre la velocità dei veicoli nelle aree residenziali ha infatti dimostrato di essere efficace nel diminuire sia gli incidenti che la gravità delle conseguenze per pedoni e ciclisti coinvolti.
Questa iniziativa è accolta con favore da associazioni ambientaliste e organizzazioni che promuovono la sicurezza stradale. Tuttavia, non mancano critiche da parte di alcuni cittadini e commercianti, che temono un rallentamento del traffico e possibili effetti negativi sulle attività economiche del centro.
Le “zone 30” di Sulmona rappresentano un esempio di come le città di medie dimensioni possano adottare politiche innovative per migliorare la qualità urbana, unendo sostenibilità, sicurezza e vivibilità in un’unica visione strategica.