In difesa di Guido Bertolaso e della Protezione civile

06 Marzo 2010   11:42  

Pubblichiamo la lettera-appello di Roberto Bruni, Marco Calonzi, Massimo Macri, Gian Francesco Tiramani indirizzata alle alte Cariche dello Stato in difesa della Protezione Civile italiana e di Guido Bertolaso. L'adesione si chiuderà alle ore 20.00 del 19 marzo prossimo. Il giorno successivo i promotori consegneranno fisicamente la lettera a Roma ai destinatari.

All'On. Giorgio Napolitano
Presidente della Repubblica

Al Sen. Renato Schifani
Presidente del Senato della Repubblica

All’On. Gianfranco Fini
Presidente della Camera dei Deputati

All’On. Silvio Berlusconi
Presidente del Consiglio dei Ministri


Loro Sedi


Signori Presidenti,
donne e uomini della Protezione Civile italiana - volontari e professionisti - insieme con cittadini comuni sottoscrivono questa lettera indirizzata alle più alte istituzioni del nostro Paese per una testimonianza personale diretta, senza mandanti o padrini politici, a difesa dei valori e dell’immagine della Protezione Civile italiana, costruiti sulla storia concreta di ogni giorno.

Questa straordinaria esperienza di vita che ci accomuna e che ha visti impegnati molti di noi insieme, su più fronti, sino a divenire una delle eccellenze del nostro Paese riconosciuta in tutto il mondo, non può essere ora oggetto di denigrazione indifferenziata o strumento di conflitto politico.

Siamo stati abituati da sempre a metterci in gioco in prima persona, non con parole facili da pronunciare nei salotti buoni, quanto con l’impegno pieno di sacrifici, rinunce, passione ed amore per ogni gesto compiuto e non senza doloroso rammarico per non essere riusciti troppe volte a fare di più, di fronte a lutti e dolore che non riusciremo mai ad accettare e a dimenticare.

Ciò che questo impegnativo “sistema” di uomini, mezzi, norme e metodi ha saputo esprimere sono vite vere salvate, speranza ridonata, patrimonio tutelato e ricostruito, sicurezza diffusa. E non è, non può essere tutto improvvisamente barattato solo con corruzione, malaffare e quanto di più ignobile si possa immaginare: sono le lacrime di gioia di chi è stato salvato o il sorriso di chi ha ritrovato una dimora dignitosa ad urlarlo silenziosamente nelle orecchie degli strilloni che non si sono mai degnati di “sporcarsi le mani” realmente.

Ciò che di buono si è costruito, soprattutto negli ultimi anni, non avrebbe raggiunto i livelli che sono sotto gli occhi di tutti se non vi fosse stato a capo di una macchina così complessa una “guida” che ha saputo coniugare competenza, forza d’animo, senso dello Stato, spirito di appartenenza, grande (e scomoda) responsabilità e dedizione totale.

Si, parliamo proprio del “nostro” Guido Bertolaso che abbiamo conosciuto, ascoltato, apprezzato e seguito e dal quale non ci sentiamo minimamente traditi in questa vicenda. Siamo stati orgogliosi di essere italiani nel momento in cui abbiamo visto testa, braccia e cuore - a stento contenuti in divise multicolori – capaci di creare con una sintonia inimmaginabile tanti piccoli "miracoli" ed ora abbiamo timore di doverci vergognare di quest'altra Italia aggressiva, con poca memoria e tanta bramosia di “interpretare” in un’unica direzione.

Attendiamo con fiducia l’esito del lavoro della Magistratura che deve poter operare in tutta serenità e che, ne siamo certi, chiarirà quanto prima con competenza e correttezza la vicenda giudiziaria che è iniziata; siamo i primi a chiedere che chi ha veramente sbagliato paghi pienamente come legge prevede.

Siamo fieri del lavoro svolto dal nostro Capo Dipartimento: ci siamo sentiti appartenere con forza a quel suo non abbandonare quasi mai la maglietta con il tricolore del Dipartimento, come fosse una seconda pelle (o la “vera” pelle).

Esprimiamo la nostra vicinanza umana al dott. Bertolaso che sicuramente sta soffrendo in questi giorni e vorremmo suddividere tra tutti noi il suo dolore per renderglielo più sopportabile: per questo vogliamo aiutarlo con la nostra testimonianza, come lui insieme a noi ha aiutato tutti coloro che si sono trovati in difficoltà, senza chiedere preventivamente il certificato penale.

Con grande fermezza imploriamo oggi tutti coloro che hanno a cuore la giustizia ed il bene comune affinché cessino di gettare discredito in modo gratuito, indistinto e tanto strumentale sulla sua persona e sull’istituzione della Protezione Civile. Chiediamo a chi oggi si erge a giudice supremo senza averne alcun titolo, di provare a smettere il vestito buono, la penna o il trucco televisivo e ad infilare le mani, invece, nella sporcizia o tra le macerie, o anche solamente a stringere tra le dita un pezzo di garza per medicare una ferita, in silenzio, senza riflettori.

Non sta a noi sparare sentenze o amministrare la giustizia, ma abbiamo sufficiente intelligenza per capire da soli e formarci un nostro proprio pensiero. Sbaglieremo, forse, ma se lo faremo sarà comunque con le mani sporche di fango vero, fatto di terra ed acqua a volte con tracce di rosso, non di quello virtuale che qualcuno cerca di gettarci addosso in un gioco vigliacco ed irresponsabile, confondendo l’impegno civile con il business che qualcuno vuole costruire attorno alle emergenze.

Domani, dopodomani, dopodomani ancora, noi ci saremo, senza se e senza ma; e ci sarà anche tutto quello che di buono Guido ha fatto per noi e per il nostro Paese.

Anche mentre firmiamo e consegnamo questa lettera ci sono volontari che stanno operando in zone disagiate portando speranza dove c'è paura, solidarietà dove c'è solitudine, conforto dove c'è tristezza.

Chiediamo solo di lasciarci lavorare e di non mortificate l’amore e la passione con cui lo facciamo; così come vi preghiamo di non privarci della nostra “guida”: non sapremmo essere gli stessi.

PER SOTTOSCRIVERE

http://protezionecivileday.blogspot.com/

 


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