Inchiesta su Chiara Ferragni: Indagati Anche gli Affari delle Uova di Pasqua
L'inchiesta sulla beneficenza di Chiara Ferragni, originariamente aperta riguardo al pandoro di Balocco, si è estesa ora anche alle uova di Pasqua realizzate in collaborazione con Dolci Preziosi. Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco, responsabile del fascicolo, ha delegato il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza per condurre accertamenti sulle operazioni legate alle uova pasquali.
L'azienda Dolci Preziosi ha specificato di non avere responsabilità nella questione beneficenza. Le indagini mirano a capire se, sia per il pandoro, che ha portato a una maxi multa inflitta dall'Antitrust, sia per le uova di Pasqua, si tratti di un'operazione commerciale mascherata da campagna di beneficenza per raccogliere fondi per i bambini malati.
Secondo le prime ricostruzioni, la sponsorizzazione delle uova di Pasqua avrebbe seguito lo stesso schema del pandoro. Cerealitalia, proprietaria del marchio Dolci Preziosi, ha rivelato che Ferragni ha ricevuto un compenso di 500 mila euro nel 2021 e 700 mila euro nel 2022, con una donazione di 36 mila euro all'associazione I bambini delle Fate. Tuttavia, a differenza del pandoro, le uova con la griffe avrebbero mantenuto lo stesso prezzo di quelle normali e non sarebbero state vendute a un prezzo molto superiore al mercato, come accaduto per il dolce natalizio.
Marcello Bana, avvocato di Ferragni, si è recato presso il Palazzo di giustizia per incontrare il procuratore aggiunto Eugenio Fusco, fornendo tutta la documentazione sulla vicenda. La Procura ha richiesto al Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di prendere copia della multa inflitta dall'Antitrust alla società di Chiara Ferragni e Balocco per pratica commerciale scorretta riguardo alla vendita del pandoro rosa nelle festività del 2022.
Tre le sanzioni comminate: 420 mila euro a Balocco, 400 mila euro a Fenice della Ferragni e 675 mila euro a Tbs Crew, sempre di proprietà dell'influencer. Fusco attenderà le copie dei contratti e di eventuali scambi via email che possano spiegare quanto definito da Ferragni come un "errore di comunicazione". La sua testimonianza potrebbe essere richiesta in seguito per chiarire gli aspetti di questa controversa vicenda.
