Inchiesta sui crolli, si apre il capitolo dei condomini privati

13 Marzo 2010   13:28  

L'Aquila, inchiesta sui crolli: si concludono con sette rinvii a giudizio le indagini sulla Facoltà di Ingegneria di Roio, a finire nel registro degli indagati l'ottobre scorso furono in nove, per due di loro - Mauro Irti e Alessandro Fracassi - i pm hanno chiesto l'archiviazione. L'udienza preliminare che probabilmente sarà fissata per l'inizio di giugno deciderà invece se mandare o meno a processo i progettisti Gian Ludovico Rolli, Giulio Fioravanti, Massimo Calda, i tecnici che diressero i lavori di realizzazione dello stabile Carmine Benedetto e Ernesto Papale, il direttore dei lavori, Sergio Basile e uno dei collaudatori Giovanni Cecere.

Per tutti, il reato contestato è quello di cooperazione in disastro colposo.

Quarto step, per la Procura aquilana, che dopo Convitto nazionale, Casa dello studente – udienze preliminari a maggio - e Facoltà di Ingegneria, la prossima settimana formalizzerà le richieste di rinvio a giudizio – sette, se ne ipotizzano – per il crollo di un condominio in Via D'Annunzio, quartiere Villa Comunale, dove il terremoto – o la mano dell'uomo – fece 13 morti. Anche qui, ai sette presunti responsabili vengono imputati i reati di omicidio e disastro colposo.

Inzia dunque il capitolo condomini privati, una decina in tutto – che pur avendo fatto meno notizia di altri edifici – hanno registrato il numero più alto di vittime.

Si parte dal civico 79 di via XX Settembre, cinque piani che hanno seppellito dieci persone. Su quel che rimane del palazzo pende una ordinanza sindacale di demolizione, per questo i familiari delle vittime hanno chiesto una accelerata alle indagini.

Acquisiti intanto altri documenti, fra i quali interviste rilasciate a margine della riunione della Commissione grandi rischi del 31 marzo a L'Aquila, per il filone d'inchiesta che riguarda il mancato allarme.

In città intanto monta la protesta dei cittadini per il modo in cui vengono trattati i beni storici di rilievo – quei pochi che si sono salvati dal terremoto. È il caso della fontana davanti la chiesa duecentesca di San Pietro, in pieno centro storico, che si è pensato di riempire, e pian piano ricoprire, di spazzatura, scarti di cantiere e macerie.

Il popolo delle carriole, che domani tornerà in centro, si prefigge di liberarla e farla tornare alla luce.

(MS)

 


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