Influenza suina: pandemia o invenzione mediatica?

19 Settembre 2009   13:59  

In corso di svolgimento all'Aquila il convegno la nuova emergenza nelle emergenze, organizzato dalla Società scientifica italiana degli igienisti, in accordo con Rettorato e facoltà di medicina del capoluogo. 

Tra gli argomenti intorno a cui si sta sviluppando il dibattito tra massimi esperti, quello più di attualità è senz'altro la cosiddetta influenza suina. Il dubbio da cui partire, e la scienza si nutre di dubbi, è che questa presunta pandemia non sia piuttosto una invenzione mediatica, che una reale minaccia, premesso che in Italia i casi segnalati sono stati appena 250. Bene la prudenza e le azioni di prevenzioni, insomma, ma un deciso no a irrazionali allarmismi.



MENTRE A PRAGA...
INFLUENZA: VIROLOGO, IN ITALIA FARA' FINO A 95.000 MORTI
L'influenza "A" in Italia potrebbe fare fino a 95.000 vittime, su oltre sei milioni di malati. Sono le previsioni del virologo dell'Universita' di Milano Fabrizio Pregliasco, che da Praga, ospite di un media tutorial sulla nuova influenza, traccia all'Agi le stime epidemiologiche sulla diffusione del virus. "Lo scenario peggiore - precisa Pregliasco - e' quello che tiene conto di un andamento simile a quello della Spagnola nel '18, e parla di un massimo di 95.200 morti. Se invece il virus si mantenesse blando come e' ora, la mortalita' sarebbe attorno allo 0,2%, ossia circa 15.000 morti al termine dell'epidemia". Nel complesso, spiega il virologo, il fatto che il virus A/H1N1 sia del tutto nuovo per l'organismo umano lascia prevedere una netta prevalenza di quest'ultimo rispetto a quello dell'influenza stagionale: "Questo inverno avremo un terzo dei casi di virus stagionale e due terzi del nuovo virus. Su 10 milioni di malati, circa 6-7 milioni avranno contratto l'influenza "A". La diffusione non sara' eccessiva, prevediamo una contagiosita' di due nuovi casi per ogni caso, simile a quella della stagionale". In ogni caso le incognite ci sono: "Preoccupa soprattutto il rischio di coinfezioni respiratorie, quelle polmoniti virali primarie che colpiscono soprattutto i giovani e che, come nel caso del ragazzo ricoverato a Monza, si aggiungono al virus A aggravando le condizioni fisiche del paziente". Ma il problema, prevede Pregliasco, "sara' soprattutto l'impatto sui servizi sanitari, per i quali la nuova influenza sara' la prova del fuoco: nessun medico di oggi ha mai visto una pandemia, l'ultima e' stata nel 1968. E poi c'e' il rischio che si paralizzino le attivita' produttive del paese, i trasporti, ecc. Per questo la campagna vaccinale deve coprire necessariamente non solo le categorie piu' ovvie, dai medici in giu', ma anche tutti i servizi essenziali". Il picco coincidera' col Natale: "Li' valuteremo l'andamento dell'epidemia. A Natale ci si bacia e abbraccia, si sta insieme, ci si affolla nelle vie: solo allora capiremo quanto questo virus e' davvero forte e quanti casi (e vittime) ci saranno".

 


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