Inquinamento: allarme rosso per Chieti

31 Luglio 2008   10:58  

L’amministrazione comunale di Chieti ha dichiarato lo stato di emergenza ambientale. Dopo gli ultimi avvenimenti, infatti, tra roghi criminali, siti contaminati, e allarme diossina si fa sempre più indispensabile un radicale intervento di bonifica nei punti di maggiore crisi della città di Chieti e più in generale nella vallata del Pescara. Una mappa dettagliata dell’inquinamento, realizzata sulla base di uno studio affidato al professor Visconti dell’Università dell’Aquila, verrà infatti consegnata ai tecnici dell’agenzia per la tutela ambientale. Il direttore regionale dell’Arta Gaetano Basti, ha tracciato un quadro generale della situazione, facendo riferimento non solo all’incendio avvenuto all’alba di domenica allo Scalo, ma anche al rogo divampato sabato scorso alla Ecotec di Ortona, evidenziandone le differenze. “La precisa individuazione dei coni di ricaduta delle sostanze”, precisa infatti Basti, “riguarda sia Chieti che Ortona, ma è bene chiarire che parliamo di situazioni molto diverse: più grave l’episodio allo scalo, non solo perché i materiali bruciati hanno caratteristiche più pericolose rispetto da quelli andati in fumo a Ortona, ma soprattutto perché la combustione è avvenuta a cielo aperto e gli elementi tossici sono stati trasportati dal vento su tutto il territorio urbano. L’incendio alla Ecotec ha prodotto danni più limitati, perché in qualche modo è stato mitigato dalla copertura del capannone”. In entrambi il fattore più preoccupante è la diossina, anche se per quanto riguarda Chieti la situazione è decisamente più preoccupante.
A tutto ciò si aggiunge la preoccupazione per i rifiuti delle vecchie discariche che pian piano riemergono lungo il fiume Pescara. “Per i siti contaminati”, chiariscono Valter De Cesare e Bassam El Zohbi (rispettivamente assessori della giunta Ricci all’urbanistica e all’ambiente), “si sta procedendo con il settore ecologia della Provincia nelle analisi necessarie per la ricostruzione della effettiva portata della emergenza ambientale in atto”.
La settimana prossima saranno effettuati i prelievi nella zona di San Martino che si annuncia particolarmente contaminata, proprio in corrispondenza del nuovo pozzo Aca. “Si ritiene”, aggiungono i due assessori, “con elevata probabilità, che l’intera fascia a ridosso del fiume, dalla zona dell’ interporto (Manoppello ndr) a quella di San Martino, quindi su un territorio di centinaia di ettari, sia costituita da un continuum di siti gravemente compromessi da inquinanti tossici, sia chimici che metallici”. Diagnosi accertata dell’Arta, che conferma la presenza di rifiuti nocivi. “Purtroppo sono numerosi i fronti di emergenza su tutto l’Abruzzo”, commenta Basti, “ si tratta di questioni che non possono certamente essere affrontate in una condizione di scarsità di risorse finanziarie e senza una precisa programmazione da parte della Regione”.

(IP)


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