Inquinamento e tumori oltre la media in 14 comuni abruzzesi. Ma i cittadini non sono informati

Lo dice un studio del 2012 dell'ASR

21 Gennaio 2014   13:02  

''In Abruzzo, nell'ultimo decennio sono state individuate alcune aree ad elevato inquinamento ambientale, ed è stato da più parti ipotizzato che tale inquinamento abbia causato un aumento dell'incidenza di tumori. (...) Lo Standardized Morbidity Rate è stato significativamente superiore allo standard regionale per entrambi i trienni considerati in 14 comuni situati in quattro aree: L’Aquila, una parte cospicua dell’entroterra marsicano, il litorale dell'area metropolitana di Pescara, infine i comuni di Bussi sul Tirino e Popoli''

Il dato molto preoccupante è contenuto nel Report, realizzato nel 2012, commissionato a quattro esperti (Manzoli, Di Candia, Flacco, Muraglia) dall'Agenzia Sanitaria regionale abruzzese e si fonda sui dati di ricovero per cause tumorali negli ospedali abruzzesi.

Lo studio è stato condotto secondo questa metodologia in assenza di un Registro dei Tumori che in Abruzzo non è mai stato istituito.

I risultati di questa analisi, basata solo su un approccio descrittivo e non inferenziale, evidenziano comunque alcune situazioni che, secondo gli stessi autori, dovrebbero essere attentamente approfondite e rese oggetto di analisi epidemiologiche di dettaglio.

Si legge, infatti, nel documento: ''Come in precedenza accennato, il comune di Bussi ed il litorale pescarese, nella zona adiacente i tratti terminali dei fiumi Saline ed Alento, sono proprio gli unici due Siti di Interesse Nazionale per motivi di inquinamento ambientale presenti in Abruzzo secondo il Ministero della Salute ”

A Bussi, a mero titolo di esempio, posto 100 il tasso di prevalenza (SMR) regionale, nel triennio 2006-2008 il tasso è 170 (+70% quindi!) con 265 casi osservati rispetto ai 155 attesi e 152 nel triennio 2009-2011.

Pescara ha un tasso di 117 nel triennio 2006-2008 e 118 nel triennio successivo. Si legge nel documento “In particolare, in entrambi i trienni si sono osservati SMR molto elevati (≥140) nel comune di Bussi sul Tirino e nei due comuni adiacenti di Aielli e Cerchio. ”

Per quanto riguarda l'area metropolitana di Pescara da anni movimenti ed associazioni segnalano anche il possibile impatto dell'inquinamento dell'aria, in considerazione dell'influenza sulla salute di polveri sottili (ad esempio, sul cancro al polmone) e di altri inquinanti come gli Idrocarburi Policiclici Aromatici.

Gli autori, d'altro lato, precisano che potrebbero esserci fattori di confusione, come la percentuale di obesi, fumatori e alcolisti che dovrebbero essere considerati nei necessari approfondimenti.

In ogni caso così commentano questo aspetto:

Ad esempio, nei comuni considerati la percentuale di fumatori (o di alcolisti, o obesi, etc.) potrebbe essere decisamente superiore al resto dell’Abruzzo. D’altro canto, i risultati del Progetto Passi e di altre indagini meno recenti  stimano la prevalenza di fumatori, bevitori di alcolici e obesi solo di poco superiore alla media regionale nei comuni di Avezzano-Sulmona; addirittura inferiore nel pescarese (non vi sono dati, invece, sui comuni di Bussi e Popoli)''

E ancora: 

''Se è logico ipotizzare che tali diversità possano causare differenze nell’SMR dell’ordine del 5%-15%, come quelle osservate nel comune di L’Aquila (che mostra una prevalenza di fumatori, alcolisti e obesi leggermente superiore alla media regionale), è tuttavia meno probabile che valori di SMR oltre 140-150 possano essere esclusivamente causati dalla presenza di fattori di rischio estranei al fumo e all’inquinamento. In ogni caso, se il disegno dello studio non permette di dirimere la questione, ci è comunque utile per confermare l’esistenza del problema in alcuni luoghi e segnalarne eventuali altri. Alla luce dei risultati, è quindi innegabile che siano necessari ulteriori studi specificamente dedicati alle zone segnalate”

Dichiara Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua

Non siamo riusciti a trovare questo documento tra quelli scaricabili dal sito dell'Agenzia Sanitaria Regionale e ci chiediamo perchè non sia stato adeguatamente diffuso per informare la cittadinanza.

Esistono precise responsabilità da parte degli enti pubblici nell'assicurare adeguate misure – dall'esame di nuove autorizzazioni alle emissioni alle attività di bonifica ecc. - per prevenire l'insorgere di malattie nella popolazione su cui incidono fattori ambientali quali l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo.

In generale dobbiamo diminuire la nostra pressione sull'ambiente ma in Abruzzo continuano imperterriti a dare nuove autorizzazioni.

In presenza di accertate condizioni di criticità, in attesa di approfondimenti, bisognerebbe applicare rigorosamente il Principio di Precauzione. Lo studio conferma l'urgenza di istituire il registro regionale dei tumori e di provvedere ad un'analisi epidemiologica di dettaglio nelle aree che appaiono più critiche.

Ricordo che lo Studio SENTIERI dell'Istituto Superiore di Sanità condotto in 44 siti nazionali di bonifica ha concluso che nelle aree fortemente inquinate vi è un forte eccesso di mortalità.

Purtroppo i due siti abruzzesi (Saline-Alento, ora sito regionale, e Bussi) non furono inclusi e questo rende ancora più urgente la realizzazione degli studi epidemiologici in queste aree.

Per ottenere le bonifiche, il miglioramento della qualità dell'ambiente abruzzese, la tutela della salute dei cittadini e per una vera e propria rivoluzione nello stile di vita e nell'economia con altre organizzazioni e movimenti abbiamo lanciato anche in Abruzzo la campagna STOP-BIOCIDIO, partita con la grande manifestazione di Napoli sulla Terra dei Fuochi.

 

Le conclusioni del Report

''Questo studio segue un’analisi sull'incidenza e mortalità per tumori in Abruzzo nel quinquennio 2004-2008, integrando tali informazioni ed utilizzando i dati del periodo 2006-2011.

La nostra indagine si limita al calcolo della prevalenza di tumori, senza considerare l’incidenza, ed i dati utilizzati sono esclusivamente ospedalieri, per cui non possono essere incluse quelle neoplasie che non esitano necessariamente in un ricovero ospedaliero.

Tuttavia, se la prevalenza di tumore non è certamente utile per valutare il trend storico, essa rappresenta il parametro principale per la programmazione del fabbisogno sanitario ed è necessaria, al pari dell’incidenza, per identificare eventuali aree critiche, soprattutto se, come in questo studio, l’arco di tempo considerato non è breve (due trienni).

Inoltre, da verifiche effettuate in Abruzzo, si è osservato che durante il percorso diagnostico-terapeutico della grande maggioranza dei tumori maligni è previsto un accesso ospedaliero (con relativa inclusione nel database SDO).

Non solo, il bias derivante dall’esclusione di una quota di tumori, in ogni caso non tra i più severi clinicamente, influenza certamente il tasso di prevalenza generale, ma assai meno l’analisi comparativa tra comuni, perché non vi sono dati a supporto dell’ipotesi che certi tipi di tumori siano trattati a livello ospedaliero in alcuni comuni e non in altri.

Infine, va tenuto presente che nella Regione Abruzzo sono state sinora condotte solamente sporadiche indagini su singole patologie, e non esiste attualmente alcun Registro Tumori.

Di conseguenza, anche il (relativamente) semplice calcolo dei tassi grezzi e degli SMR rappresenta l’unica fonte informativa oggettiva sulla distribuzione geografica delle neoplasie, nonché il primo passo, preliminare, verso l’auspicabile istituzione di un registro regionale stabile.

Dall’analisi della distribuzione geografica dei tumori emergono quattro zone distinte con una prevalenza tumorale significativamente più elevata della media regionale per tutto il periodo considerato: il comune dell’Aquila, il litorale dell'area metropolitana di Pescara, i comuni di Bussi sul Tirino e Popoli, infine una parte dell’entroterra marsicano.

Come in precedenza accennato, il comune di Bussi ed il litorale pescarese, nella zona adiacente i tratti terminali dei fiumi Saline ed Alento, sono proprio gli unici due Siti di Interesse Nazionale per motivi di inquinamento ambientale presenti in Abruzzo secondo il Ministero della Salute.

Chiaramente, essendo questo uno studio descrittivo, non è assolutamente possibile provare l’esistenza di una relazione causale tra l’eccesso di tumori e la presenza di un documentato inquinamento ambientale.

Le cause di un aumento di tumori potrebbero infatti essere completamente diverse, secondo il ben noto fenomeno del confondimento. Ad esempio, nei comuni considerati la percentuale di fumatori (o di alcolisti, o obesi, etc.) potrebbe essere decisamente superiore al resto dell’Abruzzo.

D’altro canto, i risultati del Progetto Passi e di altre indagini meno recenti stimano la prevalenza di fumatori, bevitori di alcolici e obesi solo di poco superiore alla media regionale nei comuni di Avezzano-Sulmona; addirittura inferiore nel pescarese (non vi sono dati, invece, sui comuni di Bussi e Popoli). Se è logico ipotizzare che tali diversità possano causare differenze nell’SMR dell’ordine del 5%-15%, come quelle osservate nel comune di L’Aquila (che mostra una prevalenza di fumatori, alcolisti e obesi leggermente superiore alla media regionale), è tuttavia meno probabile che valori di SMR oltre 140-150 possano essere esclusivamente causati dalla presenza di fattori di rischio estranei al fumo e all’inquinamento. In ogni caso, se il disegno dello studio non permette di dirimere la questione, ci è comunque utile per confermare l’esistenza del problema in alcuni luoghi e segnalarne eventuali altri. Alla luce dei risultati, è quindi innegabile che siano necessari ulteriori studi specificamente dedicati alle zone segnalate.

Questi studi potranno partire dall’analisi dell’incidenza stratificata per tipologia tumorale per arrivare agli studi osservazionali inferenziali con tecniche più estensive di raccolta dei dati, o addirittura ad un completo “health impact assessment” (tuttavia più complesso e costoso).

Oltre ai limiti già menzionati, nell’interpretare i dati occorre tenere presente anche i limiti relativi ad eventuali sovra- o sotto-codifiche ICD-9-CM di tutti gli studi basati sul database SDO (anche se l’ultimo Report SDO regionale non ha segnalato gravi bias), ed occorre una cautela estrema nel valutare i risultati dei comuni con meno di 1000 abitanti.

In questi comuni la numerosità dei tumori non è sufficiente per escludere in alcun modo l’effetto del caso sui risultati.

Pertanto, conservativamente, i risultati non sono stati commentati, sebbene siano stati riportati per completezza di informazione.

Sempre per mantenere una numerosità adeguata, inoltre, non abbiamo suddiviso i dati per genere, per quanto potenzialmente utile.

Inoltre, nella nostra analisi è inclusa una certa quota di tumori in situ o incerti, la cui prevalenza potrebbe essere influenzata dalle attività di screening. Se questo bias potenziale, comunque limitato ai tre carcinomi oggetto di screening (mammella, colon-retto e cervice uterina) non è semplice da verificare per il primo triennio in esame, è sicuramente da escludere per il secondo triennio, poiché le attività di screening in regione sono state del tutto sospese ad hanno avuto copertura vicina allo 0% per tutti e tre i tumori citati.

Infine, malgrado possa apparire ovvio, è opportuno ricordare che i tassi annuali di prevalenza, riportati in questo studio, grezzi o standardizzati, non sono direttamente confrontabili con i tassi di ricovero pubblicati in alcuni rapporti istituzionali, poiché sono stati in questa sede esaminati gli individui singoli, escludendo (correttamente per il calcolo della prevalenza) i ricoveri ripetuti.

In conclusione, questa stima della distribuzione geografica della prevalenza di tumori solidi ed ematologici ha permesso di evidenziare alcune aree critiche, nelle quali il tasso standardizzato di tumori è stato significativamente superiore allo standard regionale in entrambi i trienni considerati.''

 


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