Un video sui social gli costa caro: a febbraio il processo per maltrattamenti contro l'orsa e il suo cucciolo.
Un 62enne di Rivisondoli dovrà affrontare il processo il 10 febbraio 2025, accusato di maltrattamenti su animali per aver inseguito in auto l’orsa Bambina e il suo cucciolo. L’uomo, identificato grazie a un filmato ampiamente diffuso sui social, aveva inseguito i due animali nel centro di Roccaraso, in Abruzzo, causando sdegno e indignazione nell’opinione pubblica.
I fatti risalgono a giugno 2023, quando l’uomo, per divertimento e con l’intento di pubblicare un video sui social, ha inseguito l’orsa e il suo piccolo per oltre un minuto, costringendo gli animali a cercare riparo lontano dal centro abitato. Nonostante l’intento di fuggire, gli orsi sono stati perseguitati per tutto il tragitto dall’automobilista. Il filmato, diventato immediatamente virale, ha sollevato una forte ondata di protesta, in particolare da parte delle associazioni ambientaliste e animaliste, che hanno denunciato pubblicamente l’episodio.
Le denunce sono partite dal Partito Animalista Italiano e dall’Associazione Animali Invisibili, che hanno immediatamente etichettato il gesto come un atto di crudeltà nei confronti degli animali. A seguito dell’indignazione generale, fu anche offerta una ricompensa di 500 euro per chiunque avesse fornito informazioni utili all’identificazione del responsabile. L'orsa Bambina e il suo cucciolo non furono avvistati per un certo periodo dopo l'accaduto, destando preoccupazione sulla loro sorte. I carabinieri forestali si sono occupati delle indagini, analizzando il video incriminato e riuscendo infine a risalire all’identità dell’autore.
L'accusa per il 62enne fa riferimento all'articolo 81 del Codice Penale, che punisce chiunque infligga sofferenze o sevizie a un animale per crudeltà o senza necessità, con pene che vanno dai tre ai diciotto mesi di reclusione o con multe che possono variare da 5.000 a 30.000 euro.
Oltre alle associazioni ambientaliste, anche la Regione Abruzzo si costituirà parte civile nel processo, sebbene il Parco Nazionale non abbia formalizzato la propria partecipazione come parte lesa. Tuttavia, la pressione esercitata dagli attivisti e dal pubblico ha contribuito a dare visibilità al caso, trasformandolo in un esempio di come la tutela degli animali debba essere trattata con la massima serietà.
Nonostante la possibilità per l’imputato di accedere a un programma di giustizia riparativa, l'avvocato Cristiano Ceriello, legale del Partito Animalista, ha già dichiarato che durante il processo verrà richiesta una politica di "tolleranza zero". Questa linea dura mira a dare un segnale chiaro nei confronti di chiunque commetta reati contro animali innocenti, ritenendo che non ci debbano essere concessioni per atti così futili e crudeli.
Il processo sarà un banco di prova non solo per le politiche di tutela degli animali in Abruzzo, ma anche per l’efficacia delle norme penali nel contrastare comportamenti che, in un’epoca di esposizione mediatica globale, finiscono per amplificare il disprezzo per la vita animale.