Intercettazione, Stati: "Oggi tutti inorridiscono, allora tutti erano alla corte di Bertolaso..."

L'ex assessore: "E' un esperto, mi fidavo di lui"

20 Gennaio 2012   14:29  

Eccolo il passaggio che più di ogni altro ha fatto indignare il web ma non solo, della telefonata intercettata alla fine di Marzo 2009 tra l'allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso e Daniela Stati.

“La mia era buonafede – si difende oggi l'ex assessore regionale – mi affidavo a chi ne sapeva più di me. Ero in giunta da un paio di mesi con una delega che mi affibiarono come una diminutio”. E critica anche lei la gestione della comunicazione, ma non solo, della Protezione civile nei giorni che precedettero il terribile sisma.

“Davanti a quelle registrazioni oggi – dice – tutti inorridiscono, mentre allora stavano tutti alla corte di Bertolaso, che all'Aquila si era portato pure il sarto, eravamo commissariati in tutto e per tutto”. “Ricordo – racconta – onorevoli e consiglieri, tutti che si buttavano sul cofano della macchina di Berlusconi, gli tiravano la giacchetta. La Pelino coi capelli cotonati. Tutti in fila”.

E poi, la Stati, racconta di quei briefing, frequentissimi, convocati dall'allora commissario all'emergenza nella caserma della Finanza a Coppito. “Grandi tavolate alle quali io stavo solo ad ascoltare” rivela.

La telefonata intercettata, insomma, diventa per l'ex assessore l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe e dimostrare quanto lei, abbia agito sempre e comunque con lealtà. Alla faccia di quel Pdl che, ha detto, “non aspettava altro per farmi fuori”.

Il coordinatore regionale Daniele Toto, poi, torna a denunciare il fallace stato della sanità abruzzese quotidianamente dipinto dal presidente della Regione.

servizio Marco Signori
riprese e montaggio Alessandro Di Giacomantonio 


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