Intervista al Dir. di Confindustria Abruzzo Giuseppe D'Amico

L’Aquila porto franco

22 Maggio 2009   10:50  

L’11 Maggio il Presidente regionale della Confindustria Abruzzo Calogero Marrollo ha sottoscritto una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Berlusconi, al Sottosegretario Letta, al Presidente della Regione Chiodi ed ai parlamentari abruzzesi, avente per oggetto la richiesta di una area franca per i territori colpiti dal sisma.
Al fine di comprendere al meglio il contenuto di tale richiesta ho avuto l’onore di parlare con il Direttore di Confindustria Abruzzo dott. Giuseppe D’Amico il quale, con massima disponibilità, mi ha aiutato a capire l’importanza che l’area franca potrebbe avere per la rinascita della città di L’Aquila e dei comuni distrutti.
D. Buongiorno Direttore, grazie per il tempo che mi concede, la prima domanda che vorrei porle è: cosa si intende per area franca?
R. In realtà ciò che vorremmo ottenere per le zone terremotate è un pacchetto straordinario di interventi per dare attrattività alle aree colpite dal sisma del 6 Aprile. Questi interventi sono di fondamentale importanza per la ricostruzione/rinascita della città; perché l’ambizioso progetto può essere realizzato solo ed esclusivamente se si assicura alle zone distrutte una ripresa economica che dia la possibilità di lavorare e vivere nelle aree colpite .
Ricostruire gli edifici senza il tessuto economico e sociale equivale a creare una città fantasma che non avrebbe mai la possibilità di reinserirsi in un contesto regionale e nazionale produttivo.
La Comunità europea già prima del sisma aveva inserito la provincia di L’Aquila nell’elenco dei beneficiari delle agevolazioni contributive previste dall’art. 87 comma 3 paragrafo c) del trattato di Amsterdam. Ma questo non basta più e neanche la prospettiva di una semplice zona franca che preveda la defiscalizzazione e la detassazione per le piccole e micro imprese. Per le zone terremotate noi chiediamo un vero e proprio porto franco estendendo per un periodo decennale la defiscalizzazione anche alle grandi imprese ed ai lavoratori, cosicchè ci possa essere una ripresa economica e conseguentemente un aiuto per i cittadini a riprendere la propria attività nella città.
Dobbiamo tener presente che L’Aquila oggi si presenta come la Berlino del dopoguerra, il dramma qui è dato dalla morte economica del punto focale dell’economia della intera provincia, pensiamo solo a tutte le attività commerciali del centro, a tutti gli studi professionali distrutti con persone che si ritrovano senza nulla e che pensano alla possibilità di andare via dall’Aquila per riprendere il proprio lavoro sulla costa. Proprio questo è necessario arginare e per farlo occorre:
La proclamazione di un’area franca estesa a piccole, medie e grandi imprese nonché ai lavoratori,
Un piano di sviluppo internazionale,
Fondi aggiuntivi per la ricostruzione.
Della prima già ho accennato, per quanto riguarda il piano di sviluppo e il progetto di ricostruzione, pensiamo che la cosa importante sia fare un lavoro di qualità, per cui ci si vorrebbe orientare su dei bandi internazionali per radunare le migliori menti e programmare una ricostruzione nell’ambito del territorio, dell’urbanistica, delle opere pubbliche e del turismo. Di questo progetto già ne abbiamo cominciato a  parlare con il Commissario europeo alle politiche regionali dott.ssa Danuta Hubner.
D. E che ruolo avrebbero, quindi, le imprese del posto?
R. Ovviamente si darà la priorità alle imprese delle zone terremotate sia per favorire la stessa ripresa economica dei territori, sia per evitare possibili infiltrazioni malavitose. Tutto questo ovviamente nei limiti delle possibilità e delle competenze. Mi spiego meglio: solo laddove non vi sia sul territorio personale specializzato, solo ed esclusivamente allora si potrebbe decidere di contattare imprese alternative.
Tutto questo per garantire una ricostruzione-rinascita di qualità, che è poi ciò che interessa. In questa progettazione d’eccellenza c’è anche la ricostruzione di un campus universitario al alti livelli con un progetto di sviluppo che possa essere anche di riferimento per la Comunità internazionale nel caso si dovessero verificare casi simili a quello di L’Aquila.
D. E per quanto riguarda il terzo punto cioè le risorse aggiuntive, come ci si dovrebbe regolare con i fondi POR e FAS, dovrebbero essere utilizzati per la ricostruzione?
R. Noi abbiamo precisato che tutti i fondi per il progetto rinascita devono essere aggiuntivi rispetto a quelli da lei citati  e non solo perché i fondi POR e FAS appartengono a tutta la Regione e quindi anche alle zone non colpite dal sisma, ma anche perché è importante che tali fondi non vengano distratti dai progetti studiati  prima del sisma. Questo è fondamentale per il bene economico e la produttività delle zone colpite.
D. Come vede, oggi,  la possibilità della creazione di questa area franca nel concreto?
R. Indubbiamente sarà una battaglia dura dal punto di vista sia politico che giuridico. Deve sapere che la Comunità europea è molto rigida nel variare ciò che è codificato nei trattati, ma considerata l’emergenza in atto e la possibilità tecnico-operativa di codificare un nuovo strumento atto a realizzare il porto franco, i nostri politici devono lottare con tutte le forze per ottenere  ciò che potrebbe rappresentare una solida base per la rinascita dell’Aquila.
D. Cosa pensa del fatto che le autorità del posto sono state un po’ messe da parte nel far fronte all’emergenza?
R. Devo dire che la protezione civile sta facendo un lavoro eccellente per far fronte all’emergenza. Nella fase successiva della ricostruzione- rinascita, occorrerà la massima partecipazione delle istituzioni locali per garantire la massima qualità alla ricostruzione.
D. Un ultima battuta. Pensa che sarà possibile arrivare veramente ad una rinascita della città?
R. Io sono speranzoso, desidero esserlo in quanto  aquilano, ma ribadisco che questo sarà possibile solo se avremo gli strumenti giusti per farlo (fondi aggiuntivi, area franca, piani di sviluppo di qualità) e soprattutto se utilizzeremo la massima serietà per il raggiungimento di risultati di qualità.
La ringrazio e le auguro buon lavoro.
Grazie, arrivederci.

Francesca Aloisi.


Giuseppe D'Amico, nato a L'Aquila il 21 Settembre 1958.
Laureato in giurisprudenza e proveniente da esperienza forense, è stato Segretario di CONFINDUSTRIA Abruzzo dal febbraio 1987. Dal novembre 1998, a seguito di modifica di Statuto, è Direttore di CONFINDUSTRIA Abruzzo.
Diplomato in Master in Organizzazione Imprenditoriale è:
Componente del Comitato Regionale INPS di cui Vice presidente per due anni;
Componente di numerose Commissioni di Enti ed Istituzioni a livello Regionale;
Componente di numerose Commissioni tecniche operanti a livello nazionale in seno a Confindustria;
Responsabile Eurosportello (Info Centre) Abruzzo Rete Confindustria;
Referente Tecnico per l’Organismo Bilaterale della Regione Abruzzo (OBRA);
Responsabile politico per l’Abruzzo del Progetto “TTHEnet” di Federturismo-Confindustria.
 

 


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