Invettive nei confronti dei giudici del lodo Alfano

Scatta la protesta dei Magistrati

18 Ottobre 2009   10:10  

L'Associaziona nazionale magistrati proclama lo stato di agitazione, convocando assemblee in ogni distretto aperte a tutti i magistrati per valutare le iniziative da intraprendere, compreso lo sciopero. E' quanto ha deciso il parlamentino delle toghe all'unanimita', esprimendo "viva preoccupazione per il clima di costante tensione che attraversa il Paese e che oggi ha coinvolto anche le massime autorita' di garanzia, con il rischio di alterare il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato".

La decisione della Corte costituzionale sul lodo Alfano, scrive il sindacato delle toghe nel documento approvato al termine della riunione del comitato direttivo centrale, "ha rappresentato una nuova occasione per gli ennesimi attacchi e invettive nei confronti della magistratura e dei singoli giudici, che in ragione delle loro decisioni giudiziarie, sono stati impropriamente trascinati sul terreno della contrapposizione politica e accusati di 'disegni eversivi'". In questo quadro, "appare stupefacente e vergognoso - ribadisce l'Anm - che il giudice Raimondo Mesiano, reo unicamente di aver pronunciato una condanna della Fininvest al pagamento di una somma di denaro in una controversia civile, venga spiato e inseguito dalla rete televisiva di tale gruppo mentre compie le proprie attivita' quotidiane, che riguardano esclusivamente la sua intimita', al fine di denigrare e svilire la sua persona, cosi' come riferite anche attraverso riferimenti ad asserite conversazioni private del medesimo magistrato".

L'Associazione nazionale magistrati, dunque, si dice "ferma nel respingere con sdegno e indignazione tali condotte intimidatorie nei confronti dei magistrati con la finalita' surrettizia di orientarne le decisioni", e rileva come "ancora una volta, a fronte di sentenze sgradite, il governo minaccia riforme 'punitive' nei confronti dei magistrati". Il sindacato delle toghe, infatti, ribadisce "la propria netta contrarieta' a riforme che non serve a migliorare il sistema giudiziario nell'interesse dei cittadini, ma solo a ridurre il ruolo di controllo della legalita' da parte di una magistratura indipendente. Per questo - si legge ancora nel documento - siamo contrari alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, in quanto l'unita' dell'ordine giudiziario e'in Italia garanzia dell'indipendenza dei magistrati del pubblico ministero e di legalita' della fase investigativa", nonche', "siamo contrari - aggiunge la Anm - alle ventilate riforme su composizione, poteri e modalita' di elezione del Csm, che siano in palese contrasto con il chiaro dettato dell'art. 104 della Costituzione, si da' umiliare la magistratura italiana e svilire il ruolo assegnato dalla Costituzione al Csm". L'associazione magistrati, poi, sottolinea la sua "netta contrarieta'" ai progetti di riforma sulle intercettazioni e sul processo penale "che, se approvati - rileva - renderebbe estremamente difficile il contrasto alle diverse forme di criminalita' con gravi danni per la sicurezza dei cittadini", ricordando invece di essere a favore di una riforma della giustizia "che assicuri un processo giusto in tempi ragionevoli". A questo fine, il sindacato delle toghe si dice "disponibile al confronto anche su cio' che coinvolge la nostra responsabilita' in tema di organizzazione degli uffici, di professionalita' e di funzionamento del sistema di autogoverno". Saranno quindi le assemblee locali a valutare "le iniziative da intraprendere, nessuna esclusa", che saranno programmate nella prossima riunione del parlamentino, la quale avverra' in tempi molto brevi.

ANM, NESSUNA GUERRA PREVENTIVA

"Non c'e' nessun conflitto ne' guerra preventiva". Cosi' il presidente della Anm Luca Palamara replica alle parole del guardasigilli Angelino Alfano, secondo il quale lo stato d'agitazione proclamato dalle toghe sarebbe una guerra preventiva sulle riforme sorprendente e pretestuosa.
  "La nostra posizione e' molto chiara - aggiunge il leader dell'associazione magistrati - no a riforme costituzionali, si' a riforme per il funzionamento della giustizia. Non vogliamo essere trascinati in alcun conflitto ne' in guerre preventive".

PALAMARA (ANM): OGGI PRIMO PASSO PERCORSO PROTESTA

"Oggi abbiamo proclamato lo stato di agitazione, e' un segnale che vogliamo dare all'esterno. E' un primo step di un percorso verso forme finali di protesta".
  Cosi' il presidente dell'Associazione nazionale magistrati risponde a chi gli chiede se quello di oggi del sindacato delle toghe sia un primo passo verso lo sciopero.
  "Le forme di protesta presuppongono il coinvolgimento di tutti i magistrati italiani. E' un momento delicato, vogliamo coinvolgere tutti nel decidere come manifestare lo stato di insofferenza e la preoccupazione per la tenuta democratica delle istituzioni".
  Il leader del sindacato delle toghe ribadisce la piena solidarieta' al giudice Mesiano, vittima di un "episodio vergognoso e di incredibili, odiose aggressioni". Di fronte a questo, pero', "non ci faremo intimidire e non arretreremo di un millimetro di fronte a chi cerca di delegittimare la magistratura mettendo a rischio il sistema democratico". Per tale ragione, l'Anm - concldue Palamara - dira' sempre "no" a rioforme che incidono sull'indipendenza delle toghe, e si' a tutto cio' che puo' migliorare il sistema".

L'ANM: "DIFESA A OLTRANZA DEI VALORI DELLA COSTITUZIONE"

"Difenderemo ad oltranza i valori della Costituzione". Lo ha detto il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara, interpellato a margine della riunione del parlamentino delle toghe, sulle riforme annunciato dal Governo in materia di giustizia. "Stiamo vivendo un clima di tensione in cui l'Anm non vuole essere trascinata.
  Diciamo no ad una riforma costituzionale, difendiamo l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati nell'interesse dei cittadini - ha spiegato Palamara - vogliamo una riforma della giustizia per processi piu' veloci. Su questo tema siamo sempre pronti a confrontarci". Le polemiche degli ultimi giorni, scoppiate dopo la sentenza sul Lodo Alfano e "gli ignobili attacchi rivolti a colleghi - aggiunge il leader del sindacato delle toghe - non ci intimidiscono, ma e' forte il malcontento all'iterno della magistratura". A chi gli chiede se sia possibile arrivare anche ad uno sciopero, Palamara risponde: "noi abbiamo un senso di responsabilita', siamo qui per discutere le iniziative piu' opportune da adottare". In merito poi ad una riforma relativa all'elezione dei componenti del Csm, il presidente dell'Associaizone magistrati ricorda come "al nostro interno abbiamo avviato una discussione per una 'autoriforma' anche per selezionare i rappresentanti al Csm. Ma altro e' il ritorno al passato, prima della nascita della nostra Costituzione, con i pm sotto il controllo dell'Esecutivo".

MANCINO, ASSURDO UN CSM SOTTO IL CONTROLLO DEL MINISTRO

"Quando ci sara' una proposta definitiva che rientra nei poteri del governo, allora ci esprimeremo". Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, a margine di un convegno sull'economia mafiosa ad Avellino, risponde cosi' alle domande sul dibattito intorno alla riforma della giustizia. "Per ora ci sono solo propositi, - prosegue Mancino - molti velleitari, molti duttili e prudenti, molti altri non ancora definiti. Al momento - continua il vicepresidente del Csm - non c'e' un testo ufficiale di riforma e quindi non si puo' esprimere un parere". Poi sulla indipendenza della magistratura Mancino replica "a chi dice che bisogna fare un doppio Csm, io dico che non si puo', perche' uno dei due dovrebbe andare sotto il controllo del ministro della giustizia, il che e' assurdo. O si e' giudici e si e' indipendenti, - conclude Mancino - oppure si e' qualcos'altro e bisogna quindi vedere cosa si intende per questo 'qualcos'altro'".

 

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