Istat: in Abruzzo tasso di natalità fra i più bassi d'Italia

31 Gennaio 2011   12:27  

Secondo le stime anticipate dell'Istat i residenti in Abruzzo al 31 dicembre 2010 sono poco piu' di 1.340.000, di cui 1.260.000 italiani (94%) e 80.000 circa stranieri (6%).
Lo comunica il Cresa secondo cui la regione, con un tasso di crescita dell'1,6 per mille, ribadisce nel 2010 la difficolta' ad assumere un andamento demografico in linea con quello medio nazionale (4,3 per mille) e con le performance del Centro e del Nord (rispettivamente 6,6 e 5,6 per mille).
Nel confronto con le altre regioni, il tasso di crescita della popolazione abruzzese e' superiore rispetto a quello di Liguria, Friuli Venezia-Giulia e Piemonte e a quello di tutte le regioni meridionali, Sardegna esclusa
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L'Istat stima che nel 2010 l'Abruzzo abbia perso poco piu' di 2 residenti ogni mille a causa del sopravanzare del numero dei decessi su quello delle nascite (0,5 per mille il valore italiano) e sia cresciuto di quasi 4 nuovi residenti ogni mille, molto meno rispetto a quanto si era rilevato negli anni precedenti, per fenomeni migratori (4,8 per mille la media nazionale) che hanno interessato prevalentemente l'estero.
Sotto il profilo della dinamica naturale, si osserva, fermo restando un diffuso andamento negativo in quasi tutto il territorio nazionale, che il tasso di natalita' regionale (8,6 per mille), leggermente in aumento rispetto all'anno precedente, e' uno dei piu' bassi in Italia (valori inferiori sono solo quelli relativi a Friuli Venezia-Giulia, Liguria, Molise e Basilicata) e che, al contrario, il tasso di mortalita' (10,7 per mille), pur con una flessione rispetto al 2009, resta uno dei piu' elevati (solo Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Umbria presentano un'incidenza superiore). La minore eta' media degli stranieri residenti, la maggiore propensione a generare che contraddistingue i loro comportamenti e la piu' bassa eta' media al parto delle donne straniere fanno si' che i residenti provenienti da altri Paesi contribuiscano all'aumento della natalita': quasi 16 bambini su 100 sono nati nel 2010 da madre straniera (18,8% il valore nazionale) e il tasso di fecondita' totale regionale (1,3) e' innalzato dal valore relativo alle straniere che si attesta su 2,0 contro quello delle italiane che e' 1,2. Sul piu' alto tasso di fecondita' delle donne provenienti dall'estero incide il fatto che esse che mediamente partoriscono quasi 5 anni prima delle abruzzesi (27,9 contro 32,3 anni).
Passando ad osservare la dinamica migratoria, si vede che nel confronto con l'anno precedente il saldo totale si contrae passando dal 5,5% al 3,7%. Interessati dal calo sono sia la componente nazionale (trasferimenti da e verso altri comuni), che passa dall'1,0% allo 0,4%, sia quella estera (trasferimenti da e per l'estero) che cala dal 5,5% al 4,7%.

Nel confronto con l'anno precedente diminuisce il numero dei residenti italiani (-0,2%) e aumenta quello degli stranieri (+5,9%). Una crescita naturale di segno negativo e la minore intensita' dei flussi da e verso altri territori, in particolar modo di quelli che interessano l'estero, comportano inevitabilmente che la popolazione tenda ad invecchiare: la vita media che nel 2007 era di 78,8 anni per gli uomini e 84,4 per le donne diventa nel 2010 rispettivamente di 79 e 84,6 anni, l'eta' media passa da 44 del 2007 a 44,2 dell'anno in esame. Le modalita' di distribuzione della popolazione nelle diverse fasce d'eta', oltre ad avere una rilevanza demografica, hanno anche rilievo sotto il profilo socio-economico. L'indice di dipendenza strutturale misura quanti sono gli individui non economicamente autonomi per ragioni anagrafiche (ragazzi tra 0 e 14 anni e anziani con piu' di 64 anni) ogni 100 individui indipendenti (tra i 15 e i 64 anni) e quantifica in tal modo il "carico sociale" che gli individui potenzialmente attivi devono sostenere. In Abruzzo il valore di tale indice (52) e' allineato a quello medio nazionale e superiore rispetto a quello delle regioni del Mezzogiorno, escluso il Molise.
Particolarmente critica la situazione in regione se si rapportano gli over 64 alla popolazione di eta' compresa tra i 15 e i 64 anni (indice di dipendenza anziani) e a quella under 15 (indice di vecchiaia). Per entrambi gli indicatori la situazione abruzzese e' peggiore di quella media nazionale: ogni 100 residenti in eta' attiva ci sono 32 anziani (31 il dato medio nazionale) e per 100 ragazzi con meno di 15 anni ci sono 163 ultra 64enni (144 in Italia).
La compresenza di un carico sociale rappresentato dalla popolazione anziana particolarmente oneroso allo stato attuale e di una forte accelerazione dell'invecchiamento della popolazione abruzzese fornisce indicazioni tutt'altro che rassicuranti circa gli equilibri futuri del welfare regionale


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