Istat, peggiora salute mentale italiani, 2,6 mln persone depresse

10 Luglio 2014   12:28  

E' una popolazione che invecchia, quella italiana, in cui le patologie croniche si diffondono sempre di piu' (nel 2013, infatti, circa una persona su due, il 46,9%, ha indicato almeno una malattia cronica in una lista di 23 patologie), con una diminuzione (dal 2005 ad oggi) delle malattie respiratorie e croniche ma un aumento dei tumori maligni, dell'alzheimer e delle demenze senili.

Ma il nostro e' anche un Paese nel quale lo stato di salute mentale e' peggiorato negli ultimi nove anni, con una crescente diffusione della depressione (riguarda infatti circa 2,6 milioni di individui) soprattutto per impatto della crisi. 

A scattare la fotografia dello stato di salute della popolazione italiana e del ricorso dei cittadini ai servizi sanitari e' l'Istat, nell'indagine "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari", condotta tra il 2012 e il 2013 e presentata questa mattina presso il ministero della Salute.

Diminuiscono i forti fumatori, ma aumenta la percentuale di adolescenti e giovani donne che iniziano a fumare prima dei 14 anni, passando da 7,6% a 10,5%.

E' obeso l'11,2% degli adulti, quota in aumento sia rispetto al 2000 (erano il 9,5%), che al 2005 (10%). Nel 2013 solo il 20,6% della popolazione dai 5 anni in su pratica un'attivita' fisica ritenuta protettiva per la salute secondo la definizione dell'Oms: il 25,9% tra gli uomini ed il 15,6% tra le donne.

Dall'indagine dell'Istat emerge anche migliora la prevenzione dei tumori, come quelli femminili per i quali le donne che si sono sottoposte a mammografia sono passate dal 43,7% del 2005 al 54,5% del 022013 mentre il 73,6% ha effettuato un pap test, con un netto aumento rispetto al 2005 (+9%).

Per quanto riguarda il ricorso ai servizi sanitari, sono aumentate le persone che hanno fatto ricorso a visite mediche specialistiche, (11,9% nel 2005 e 14,8% nel 2013), escluse quelle odontoiatriche che hanno subito un calo del 30%. Si dimezza il ricorso alle terapie non convenzionali rispetto al 2000, da 15,8% a 8,2%, come anche quello ai rimedi omeopatici scende dal 7% al 4,1% tra il 2005 e il 2013.

Resta comunque elevato il livello di soddisfazione per i servizi sanitari pubblici tra chi ne ha fruito (circa 8 su una scala da 1 a 10). L'istituto di statistica ha rilevato, infine, il permanere delle disuguaglianze sociali e delle differenze territoriali, con un forte gradiente Nord-Sud, nella salute, nei comportamenti non salutari, nelle limitazioni di accesso ai servizi sanitari, con uno svantaggio nel Mezzogiorno rispetto a tutte le dimensioni considerate.

Tra le patologie croniche piu' diffuse nella popolazione italiana, si registrano l'ipertensione arteriosa (17,1%), l'artrosi/artrite (16,2%), le malattie allergiche (13,7%), la cefalea/emicrania ricorrente (10,8%). Ad eccezione delle malattie allergiche, piu' diffuse tra bambini e giovani, la maggior parte delle patologie, soprattutto quelle molto severe, presentano prevalenze che aumentano con l'eta'.

Di conseguenza, nella popolazione anziana (65 anni e piu'), circa una persona su due soffre di artrosi/artrite o ipertensione (rispettivamente 49,4% e 48,4%), il 24,2% di osteoporosi e il 17,6% di diabete; il 13% delle persone anziane dichiara di soffrire di depressione o ansieta' cronica. Rispetto al 2005, a parita' di eta', aumentano anche i tumori maligni (+60%), le malattie della tiroide (+52%), l'Alzheimer e le demenze senili (+50%), l'emicrania ricorrente (+39%), l'allergia (+29%) e l'osteoporosi (+26%), mentre diminuiscono le prevalenze di bronchite cronica/enfisema (-24%) e dell'artrosi/artrite (-18%).

Queste variazioni nel tempo riflettono l'impatto di molti fattori, spiegano gli esperti dell'Istat, tra cui i progressi della medicina e il miglioramento delle capacita' diagnostiche, la migliore consapevolezza e informazione dell'intervistato sulle principali patologie rispetto al passato, i cambiamenti epidemiologici in atto in una popolazione che invecchia e progredisce in termini di istruzione.

Quanto alle patologie croniche gravi, nel 2013 il 14,7% della popolazione ha dichiarato di essere affetto da almeno una malattia cronica grave (diabete, malattie del cuore, ictus, emorragia cerebrale, bronchite cronica, cirrosi epatica, tumore maligno, insufficienza renale, Parkinsonismo, Alzheimer).

Nel 2013, le persone con limitazioni funzionali sono circa 3,2 milioni, di cui 2 milioni e 500 mila anziani, con una diminuzione del tasso standardizzato dal 6,1% del 2000 al 5,5% nel 2013 nonostante l'invecchiamento della popolazione.

Un andamento analogo si osserva, inoltre, proprio nella popolazione anziana, dal 22% al 19,8%. dall'Istat nell'indagine "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari", condotta tra il 2012 e il 2013 e presentata questa mattina presso il ministero della Salute Le limitazioni funzionali affliggono soprattutto le donne (7,1% contro il 3,8% tra gli uomini) che iniziano a soffrirne gia' prima della terza eta' (dai 55 anni). In generale, l'autonomia funzionale diminuisce significativamente con l'avanzare dell'eta': tra le persone di 70-74 anni la quota e' pari al 9,3% e raggiunge il 43,2% tra le persone di 80 anni e piu' (32,5% per gli uomini e 49,1% per le donne).

Il 3,4% della popolazione dai 6 anni in su, quasi 2 milioni di persone (oltre la meta' delle quali ultraottantenne), riferisce limitazioni nello svolgimento di attivita' quotidianecome vestirsi, lavarsi, tagliare e mangiare il cibo. Hanno limitazioni di tipo motorio 1,5 milioni di persone, pari al 2,6% della popolazione dai 6 anni in su, mentre le difficolta' nella sfera della comunicazione, vedere, sentire o parlare, coinvolgono circa 900 mila, pari all'1,5% della popolazione.

Le famiglie all'interno delle quali c'e' un componente con limitazioni funzionali sono l'11,4% del totale e nella maggioranza dei casi (53,8%) c'e' almeno un componente della famiglia che puo' farsi carico di queste persone. Il 46,2% di queste famiglie e' invece composto esclusivamente da persone con limitazioni funzionali, che vivono sole (40%) o con altre persone con limitazioni funzionali (6,2%).

Meno del 20% di queste famiglie, tuttavia, ha usufruito di servizi pubblici a domicilio. Una carenza assistenziale, osserva l'Istat, che non e' colmata neppure dai servizi domiciliari a pagamento: sono comunque oltre il 70% le famiglie che non usufruiscono di alcun tipo di assistenza domiciliare, ne' privata ne' pubblica.

Il 13,5% delle persone con limitazioni funzionali che sono sole e il 20,2% delle famiglie in cui tutti i componenti hanno difficolta' funzionali, evidenzia infine l'indagine, dichiarano di aver dovuto rinunciare all'assistenza domiciliare non sanitaria per motivi economici o perche' i servizi pubblici non l'hanno ancora concessa.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore