80 minuti di battaglia, di freddo, di neve, di lotta. 80 minuti giocati “alla morte”, dominati su più fronti, gestiti tatticamente in maniere perfetta e alla fine, come altre volte, rimane solo un “ci siamo andati vicini”.
Finisce 15 a 19 per gli inglesi la prima allo stadio Olimpico.
Dopo un primo tempo perfetto, chiuso in vantaggio sul 12 a 6, apriamo la seconda frazione con lo stesso straordinario agonismo. Inghilterra incapace di reagire e Italia che gestisce abilmente la partita. Allunghiamo il passo e saliamo oltre il break al 46’ con il calcio di Burton. 15-6.
L’Inghilterra è fuori dal match, perde palloni, è in balia completa del gioco italiano, manca i placcaggi. L’Inghilterra è fuori dal match e, purtroppo, ci pensiamo noi a rimetterla in carreggiata. Andrea Masi calcia verso la touche da dentro la nostra ventidue ma centra in pieno Hodgson che corre in meta al 50’. Farrell trasforma e realizza altri due calci al 53’ e 64’. 15-19.
L’Italia però dimostra di essere più matura rispetto ad altre occasioni, raccoglie le idee e prova a tornare sotto. Botes manca due calci al 66’ e al 73’. Potevano essere decisivi, ma un pò la sorte (scivolone sul bagnato nel secondo caso) e un pò l’imprecisione non consentono agli azzurri di prevalere.
Finisce così. L’Italia è forte, gioca bene, l’ovale si muove veloce e le ali danno finalmente il loro contributo vitale. Rimane il rammarico per il risultato: oggi meritavamo la vittoria.
Matteo De Santis