Italiani del mondo: positivo il primo Rapporto del viceministro Fran

25 Gennaio 2007   11:08  
Ho letto con interesse, sugli organi d’informazione, i riferimenti sul rapporto del senatore Franco Danieli (nella foto), viceministro agli Affari Esteri con delega per gli Italiani nel Mondo, sulle attività del primo semestre al ministero. Già per sé il fatto è rivoluzionario, un metodo che inaugura - nella forma e nella sostanza - un nuovo corso nell’ordinaria pratica ministeriale dove tutto finora sembrava conservare una prassi cristallizzata nel tempo e nello spazio. Danieli, invece, porta, come già dal suo primo giorno di responsabilità nel settore, una ventata di novità, trasparenza, razionalità ed efficienza, che mi auguro possa fare proseliti anche in altri ministeri. E’ un metodo - ma anche uno stile - che si dimostra rispettoso dei cittadini, che intende dar conto progressivamente del lavoro svolto riguardo al programma assunto dal Governo a favore degli Italiani nel mondo. Vecchie questioni incancrenite, come l’inefficienza dell’attuale rete consolare, l’inadeguatezza dell’informazione Rai all’estero, il problema della riacquisizione della cittadinanza, ma anche l’esigenza di riforma del Cgie e della macchina elettorale per il voto all’estero, hanno un posto di rilievo nell’attenzione del Viceministro e in proposte di lavoro ben definite nei tempi di cantiere. Insomma, sembra più d’osservare un report d’una azienda industriale che un rapporto semestrale - rivoluzionario nel concetto stesso - ministeriale. Ne va dato positivamente atto a Danieli, che nella sua responsabilità politica ha portato l’esperienza diretta delle tante attese degli italiani all’estero, per essere egli stesso stato emigrato, figlio di emigrati. Infatti, l’approccio alle sue funzioni di governo non poteva che essere adeguato alle necessità di cambiamento, nella forma delle relazioni con le comunità italiane nel mondo e nelle risposte operative agli antichi problemi. Dunque, bando alla retorica, cui ci aveva abituato un certo modo d’intendere le relazioni con i nostri connazionali, talvolta intrisa di paternalismo e vecchie nostalgie, peraltro spesso non del tutto consapevole del grande ruolo sociale e culturale che gli italiani all’estero si sono conquistato con l’ingegno, la capacità d’impresa e la loro laboriosità nelle società di tutto il mondo. Porte aperte, invece, a rapporti maturi ed essenziali che andassero al cuore dei problemi, a un pragmatismo adulto che li affrontasse, con un’operosità generosa e attenta quale quella che Danieli dimostra d’avere e con un’attenzione importante verso i giovani della seconda e terza generazione dell’emigrazione italiana, attraverso i quali si potranno opportunamente impostare – con gli esiti della conferenza internazionale del 2008 - le nuove politiche per gli italiani nei cinque continenti, con un respiro che guardi veramente al futuro. Va infine salutata con soddisfazione la disponibilità all’ascolto e al confronto, senza schemi di parte, che il Viceministro ha dimostrato nel primo semestre di lavoro. Sulle tematiche riguardanti la sua delega bene ha fatto ad ascoltare direttamente, quando ha potuto con specifiche missioni, le comunità italiane nel mondo, ma anzitutto tutti i parlamentari eletti all’estero, di maggioranza o d’opposizione, con i quali è auspicabile si stabilisca una collaborazione che guardi alle questioni concrete e alle soluzioni da dare ai problemi, piuttosto che alla replica degli schemi d’appartenenza tipici della politica interna italiana. Un buon metodo dunque, quello di discutere a tutto campo, che farà sicuramente bene alle scelte da assumere sui tanti problemi sul tappeto. Con qualche risorsa in più già appostata dalla legge finanziaria, con un programma di lavoro già chiaro negli obiettivi, con il sostegno del ministro Massimo D’Alema e dell’intero Governo, con quello del Parlamento mai così attento, grazie all’opera dei 18 parlamentari eletti all’estero, quantunque ci sia chi tende a sminuirne la funzione, credo che Danieli possa fare un buon lavoro nel 2007. Darne ogni sei mesi conto non inaugura solo uno stile trasparente di comunicazione istituzionale, ma è anche la miglior garanzia che gli impegni assunti verso gli Italiani all’estero hanno una loro verificabile progressione nelle soluzioni ai problemi. Goffredo Palmerini

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