Si sono concluse oggi presso la Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza dell´Aquila le celebrazioni della quarta "Giornata del ricordo" per commemorare i morti ed i profughi italiani vittime della persecuzione delle truppe titoiste, avvenuta durante la Seconda guerra mondiale e nell´immediato dopoguerra.
Per ricordare la tragica vicenda delle foibe, stamane sullo schermo dell´auditorium "gen. salvatore florio" è stato proiettato un documentario storico sul tema.
A seguire, gli approfondimenti e le riflessioni sull´argomento, con l´intervento di apertura del capo ufficio addestramento e studi della scuola, ten. col. Paolo Carretta, quello dello scrittore e storico Alfio Caruso e della professoressa Antonella Leli.
Presenti in sala, oltre ai 600 allievi, autorità, rappresentanti delle forze armate e di polizia e la delegazione provinciale dell´associazione nazionale "Venezia Giulia e Dalmazia".
Il ten. col. Carretta nella sua relazione introduttiva, si è detto "orgoglioso di ricordare ed onorare i tanti fratelli, morti e vivi, dell´Istria e della Dalmazia". Lo storico Caruso ha ripercorso, con rigore e passione, le dolorose tappe che hanno portato l´italia alla liberazione dal nazifascismo, soffermandosi in particolare sull´eccidio di Cefalonia che costò la vita a 9406 soldati della divisione Acqui dell´Esercito italiano per mano dei tedeschi dopo l´armistizio dellܐ settembre 1943.
"Cefalonia rappresenta la pietra fondante della resistenza, una dolorosa pagina di cui i nostri militari devono andare fieri, con l´ 8 settembre è risorto il sentimento autentico di patria".
La professoressa Leli ha invece affrontato il controverso quanto drammatico tema delle Foibe (dal latino "fovea", che significa fossa), utilizzate tra il 1943 ed il 1945 dalla truppe di Tito per uccidere ed occultare migliaia di italiani durante il genocidio avvenuto nella città di Trieste e nelle regioni nord orientali italiane.
(AGI)
