L'Abruzzo in Fuga: Spopolamento e Sue Terribili Conseguenze

02 Aprile 2024   16:11  

Il dramma dello spopolamento sta colpendo l'Abruzzo in maniera devastante, con prospettive che preoccupano l'intera regione. Con classi che non si formano, servizi in pericolo e comuni alla ricerca di risorse sempre più scarse, la crisi demografica ha raggiunto livelli allarmanti, interessando non solo le zone rurali, ma anche le città, ad eccezione de L'Aquila.

Secondo le ultime statistiche Istat e numerose ricerche sul campo, l'Abruzzo rischia di perdere oltre 109.000 residenti nei prossimi vent'anni, il 9% della sua attuale popolazione, il doppio rispetto alla media nazionale (4%). Questo fenomeno avrà conseguenze devastanti, soprattutto per i piccoli comuni, dove il tempo per trovare soluzioni è ormai al lumicino.

Un esempio tangibile di questa crisi è raccontato nel film "Un mondo a parte", ambientato in un piccolo centro abruzzese, ma che potrebbe essere riferito a molti altri comuni della regione. Qui si combatte contro la chiusura di una scuola a causa della mancanza di studenti e della scarsa natalità. Inoltre, la lotta per la sopravvivenza economica porta sindaci di comuni limitrofi a cercare di fagocitare le risorse dei piccoli centri per i loro interessi commerciali.

Questa situazione non riguarda solo le zone rurali, ma ha raggiunto anche le città, come dimostra la situazione a Pescara, dove una scuola rischia di non riformare una classe per la prima volta a causa della diminuzione degli studenti.

I dati forniti da Openpolis evidenziano il grave declino demografico che colpisce tutta la regione, con previsioni di perdita di abitanti che variano dal 25,4% di Sulmona al 3,9% di Pescara, fino al 12,5% di Chieti e Teramo.

Se il tasso medio di declino regionale si attesta intorno al 9%, in alcuni comuni si può superare addirittura il 20%, come accade a Montorio al Vomano e Trasacco. L'eccezione è rappresentata da L'Aquila, che secondo le stime Istat potrebbe vedere un aumento della popolazione entro il 2042 (+2,3%), un segnale di speranza in un contesto altrimenti desolante.

Adriano Bordignon, presidente del Forum Nazionale delle Associazioni Familiari, ha commentato questa crisi demografica definendola gravissima e insostenibile per il futuro del Paese, sottolineando come lo spopolamento delle aree interne e rurali comprometta la tenuta del sistema sanitario e previdenziale. La situazione locale, dunque, appare ancor più critica di quella nazionale.


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