L'Aquila: Centro di Tipizzazione Tissutale, un punto di riferimento per l'Abruzzo

Al nostro microfono Franco Papola, responsabile del Centro

14 Aprile 2011   12:47  

Un centro fondamentale, un punto di riferimento per l'Abruzzo e le Marche, e strettamente collegato con tutta l'Europa e il mondo. All'indomani del 6 aprile 2009 il Centro di tipizzazione tissutale dell'Ospedale San Salvatore dell'Aquila, si è trovato a fare i conti con il resto del mondo, dove i malati, gravissimi, in attesa di trapianto, non potevano aspettare, anche a fronte di altrui tragedie.

Il centro infatti si occupa di trovare donatori perfettamente compatibili per i trapianti, è collegato strettamente con il centro trapianti dell'Ospedale di Pescara e con quello di Ancona. All'interno si compiono analisi complesse di compatibilità , fino a quella genetica del Dna.
Nel centro, che utilizza tecnologie all'avanguardia, lavorano quattro laureati tra medici e biologi, quattro tecnici di laboratorio tutti di grande esperienza, così come richiede la difficile branca della biologia molecolare. Nell'equipe anche un amministrativo. A capo del centro, il dott. Franco Papola.

"Il 70% del personale" dice il dottor Papola "è precario con futuro incerto. Un problema importante per un centro come il nostro che è di riferimento, unico in Abruzzo."

"Era l'8 aprile 2009, due giorni dopo il sisma, quando siamo stati chiamati perché un bambino tedesco aveva bisogno di un trapianto, e siamo dovuti ripartire subito. Non solo" continua Franco Papola "abbiamo anche dovuto dimostrare che il sisma non aveva messo in difficoltà le nostre capacità di azione e di laboratorio. Per fortuna ci siamo subito messi a lavoro, e qual bambino tedesco malato, ora è salvo."

Il dottor Papola non nasconde l'emozione nel parlare del suo lavoro che letteralmente dice "mi ha fatto andare avanti, mi ha dato la forza di non abbattermi."
In realtà le condizioni del centro, dopo il 6 aprile, erano disperate. "Abbiamo dovuto dimostrare ai colleghi internazionali di rispondere ancora agli standard di sicurezza che fino a quel giorno avevamo assicurato", racconta Papola "e lo abbiamo fatto, lavorando duramente e in container. Ci siamo riusciti, e non abbiamo perso gli accreditamenti internazionali."

E dai colleghi europei, per il centro di tipizzazione tissutale dell'Ospedale San Salvatore, è arrivato anche il riconoscimento Fenix, della Fenice che risorge dalle proprie ceneri.

"Noi non ci siamo mai potuti fermare, e il fatto di essere un centro unico in Abruzzo ci ha comunque aiutato a rientrare presto nella struttura. Da novembre 2009, siamo rientrati, siamo stati i primi. Non siamo nello stesso luogo di prima del sisma, ma siamo dentro le mura."

Il dottor Papola vive e viveva ad Onna, e ha vissuto sulla sua pelle le perdite di quel paese, sa di essere stato fortunato perché il suo lavoro, che lo ha portato a pensare agli altri, a chi soffre in tutto il mondo, e ha bisogno di aiuto, non gli ha permesso di fermarsi a pensare al suo dolore. Anche il dottor Papola ha subito delle perdite personali nel sisma del 2009, "lavorare per salvare gli altri, salva anche me."

 

Barbara Bologna


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