L'Aquila, Pd: uniamo forze, ma no a trasversalismi berlusconiani

12 Dicembre 2010   09:58  

"Convogliare tutte le forze presenti sul territorio per affronate con l'energia giusta il momento amaro che sta vivendo la citta' dell'Aquila non vuol dire certo proporre o imporre un trasversalismo alla maniera Berlusconiana". Lo dice il segretario del Pd dell'Aquila, Francesco Iritale. "Non possono non apprezzarsi, in questo momento - osserva l'esponente politico - le capacita' umane ed amminsitrative del sindaco Cialente, costretto giornalmente a pianificare mille situazioni, le piu' diverse, ma tutte comunque con l'obiettivo unico ed assoluto del bene della collettivita' aquilana. La catastrofe che ci e' piombata addosso avrebbe dovuto insegnarci a mettere da parte personalismi e scaramucce di quartiere per il perseguimento di uno scopo che sia comune e che riesca a traghettare questa Citta' e la sua gente fuori dal disastro in cui si trova. Il bene di una collettivita', soprattutto della nostra cosi' travagliata - prosegue Iritale - non puo' e non deve trovarsi in balia di biechi giochi politici ma deve essere necessariamente frutto di scelte attente e responsabili, quali quelle che sicuramente sta facendo Cialente. Scelte poco gradite alla minoranza perche' protesa a tramare i giochi della prossima campagna elettorale piuttosto che pensare alla Citta' ed al suo futuro in salita".

Non si è fatta attendere, tuttavia, la replica dei "dissidenti" interni al Pd aquilano.
"Il segretario Francesco Iritale, in merito alle polemiche verso alcune decisioni prese dal sindaco Cialente e i consiglieri del Pd dovrebbero pensare che non è più tempo di fare difese d’ufficio acritiche e strumentali ma entrare nel merito degli argomenti" affermano Mauro Zaffiri e Giulio Petrilli.
"Il trasversalismo - proseguono - è una logica purtroppo diffusa e incontrovertibile e che non ha niente a che vedere con il bene della città.
La politica nuova e seria per risollevare l’Aquila non si costruisce con l’obbedienza alla linea precostituita di poche persone, ma con una capacità di autonomia intellettuale e di rispetto dei programmi che il centro sinistra si dette che dovrebbe attuarsi.
E’ passato il tempo del socialismo reale nel quale i segretari erano cinghia di trasmissione del quartier generale e andavano avanti a obbedienza e vodka".


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