L'Aquila Rugby, Alessio Cocchiaro "e se mi fosse caduta la palla?"

12 Marzo 2012   11:42  

Ho pensato tutto il giorno a quella meta e mi sono detto: e se mi fosse caduta la palla dalle mani?” sarebbe certamente rotolata via per andare ad infrangersi contro le paure di una situazione in bilico. Ma la palla non è caduta ed è rimasta stretta tra le braccia del giovane Alessio Cocchiaro, si è adagiata nella culla nero verde e si è proiettata in meta sotto la spinta di una città intera. Per la cronaca, tutto ciò è accaduto all'87' minuto.

Alessio Cocchiaro, tallonatore di Santa Maria Capua Vetere, classe 1991, sabato è entrato in campo al posto di De Swardt al 4' minuto della ripresa. Probabilmente mai avrebbe immaginato di diventare l'uomo della salvezza aquilana, l'uomo della provvidenza che schiaccia in meta tutta la frustrazione di una squadra e rilancia i neroverdi verso un futuro più tranquillo.

E' stata una cosa fantastica” commenta il giovane campano “abbiamo festeggiato una sera intera e poi non sono riuscito a dormire per l'emozione provata. Non riesco a descrivere la gioia..La prima meta, e poi così importante..”. Il silenzio del pubblico tenuto in sospeso nei dieci minuti finali, giocati in pianta stabile nella ventidue avversaria, che esplode nell'urlo di chi vuole festeggiare la salvezza e di chi, in fondo, capisce che se un ragazzo italiano di ventuno anni realizza i punti decisivi, allora vuol dire che questo sport e questa squadra hanno delle prospettive.

E' stata una meta della squadra. Erano almeno dieci minuti che combattevamo a due passi dalla linea di meta e ce la meritavamo. Poi in realtà non si può neanche dire che la meta sia solo mia, è scaturita dalla spinta di tutti”.

Senza dubbio la meta di Cocchiaro rappresenta un punto importante su cui ragionare. In un campionato come quello di Eccellenza in cui, con l'avvento della Celtic, il livello sembra essersi sensibilmente abbassato, sono proprio i più giovani a dover emergere nella piattezza generale. La strada da percorrere è quella del lancio progressivo di ragazzi, che potranno contribuire ad un movimento alla frenetica ricerca di crescita a livello nazionale.

E adesso speriamo che ne arrivino altre,  speriamo di riuscire a dare continuità guardando al futuro”.

Il futuro rimane comunque incerto, ma senza dubbio fa meno paura adesso. Si può e si deve cominciare già a programmare guardando avanti. Si può e si deve continuare a puntare su chi emerge dal vivaio.

E allora quando la palla ha toccato terra, l'urlo dello stadio era l'urlo di chi strenuamente lotta per garantire la sopravvivenza della propria specie. Così tra abbracci, urli, e risate, alzando lo sguardo si poteva vedere il tabellone illuminarsi in un segnale più che esplicito. Perchè questo sport ha bisogno di queste storie, ha bisogno di prospettive e quando sembra uscire dai binari ha bisogno di una mano giovane che lo porta sulla retta via. E allora: Mitt a Cocchiaro.

Matteo De santis


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