L'Aquila Rugby, Massimo Di Marco si dimette: "la società ha preso in giro tutti"

29 Febbraio 2012   15:34  

Dovevano arrivare le decisioni della società nero verde sulla “situazione Di Marco” e, invece, sono arrivate quelle dell’allenatore. Dimissioni e tanti saluti all’Aquila Rugby.

Percorriamo con ordine le tappe di queste calde giornate nella palla ovale cittadina. Dopo la pesante sconfitta di Parma, la società aveva lamentato una certa insofferenza nei confronti della mancanza di dialogo e comprensione tra squadra e staff tecnico. A loro avviso “si doveva dare una scossa”.

La scossa arriva due giorni dopo, nella giornata di Venerdì 24 Febbraio. Via Alfonsetti, allenatore degli avanti; promozione per Lorenzetti che affiancherà nel ruolo di direttore tecnico proprio l’allenatore Massimo Di Marco, declassato da unico timoniere a spalla del neo tecnico aquilano.

Cosa manca in questo meccanismo? L’ovvia rinuncia di chi, anche solo per orgoglio, non può accettare di continuare un lavoro subalterno dopo aver visto mandare via un collega. Era evidente fin dal principio che Massimo Di Marco non avrebbe accettato una tale proposta. Era evidente a lui, forse anche a Lorenzetti. Era evidente alla città e, verosimilmente, era evidente alla società.

Perché allora la società aquilana ha deciso di adoperare comunque questa scelta? Fin dall’inizio, da parte dei dirigenti, è stata definita come una mossa comunque rispettosa del lavoro dell’allenatore, non volendo privarsi del suo appoggio (ma allora perché declassarlo se si ritiene valido il suo operato?). In altri malevoli e maligni cantoni si parla di una specie di “induzione alle dimissioni”, magari per motivi economici (ora la società non dovrà corrispondere il suo stipendio, che avrebbe invece dovuto continuare a pagare in caso di licenziamento).

Fatto sta che Massimo Di Marco ha affidato alle pagine del Centro la sua intensa sfuriata nei confronti della società aquilana.

Eccone alcuni passaggiE’ successo quello che non ti aspetti. Venivamo da due partite perse, ma eravamo già a lavoro per quella che avremmo dovuto vincere ad ogni costo. Purtroppo, qualcuno che veste la tua stessa maglia (riferito ai dirigenti, ndc) placca due tuoi compagni di squadra, e te li placca anche da dietro e senza palla; e poi ti chiede di continuare a giocare. Io non ci sto, quando si parla di rugby e dei suoi valori bisogna sentirli dentro, viverli, sennò è aria fritta. Mi sarei aspettato sostegno e non è successo, pazienza. La vita va avanti…

..queste persone mentono sapendo di mentire. Hanno preso in giro tutti: giocatori, stampa, tifosi e lettori su una mia eventuale presenza in panchina. Io sono stato di una chiarezza allucinante, perché ho detto loro (riferito ai dirigenti, ndc) che, se anche avessero reintegrato i miei due compagni placcati, io non sarei mai tornato”

Di Marco continua facendo notare come fino alla partita di Parma lui e la squadra stessero ampiamente rispettando gli obiettivi posti ad inizio stagione. Poi qualcosa si è inclinato, il meccanismo si è rotto e ora siamo qui a parlare di licenziamenti e dimissioni.

Non c’è molto altro da raccontare su questa vicenda. Il rammarico è vedere per l’ennesima volta L’Aquila Rugby protagonista di episodi controversi. Episodi che accompagnano costantemente questa squadra da troppo tempo, che hanno caratterizzato il precampionato scorso e che, con questi allarmi, probabilmente accompagneranno anche il prossimo.

Matteo De Santis


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