L'Aquila Rugby: domani scade l'ultimatum

cosa succederà dopo...

28 Giugno 2011   16:25  

Domani dovrebbe scadere l’ultimatum posto dalla società nero verde alla famiglia Navarra. E dopo? Cosa accadrà?

Lo stesso Romano Marinelli, nella nota inviata due giorni fa, diceva di non sapere in questo caso quali potranno essere le sorti dello storico sodalizio.

Una frase inserita a chiusura del comunicato che, se da una parte lasciava presagire un futuro funesto per i nero verdi, dall’altra sembrava anche voler responsabilizzare gli stessi Navarra, per delle colpe che in realtà non hanno. Come se si volesse dire che qualora la trattativa non andasse in porto, per errori dei due imprenditori, L’aquila Rugby finirebbe nel baratro.

Ma questo è solo uno degli aspetti controversi di questo comunicato, nel quale la società aquilana continuava a chiedere il deposito di una lauta somma preventiva prima della cessione delle quote. In realtà, ormai, è noto a tutti che la famiglia Navarra non andrà dal notaio con la famosa valigetta a fare l’agognata donazione, ma è ferma sull’intenzione di dover trattare direttamente con i creditori, una volta rilevata la società. Da ciò deriva che porre un ultimatum su di un punto sul quale è ampiamente risaputo che non si possa trattare è quantomeno inutile.

Sembra allora plausibile che questa scadenza sia indirizzata alla stessa società nero verde, che ha voluto in questo modo porsi una data limite entro la quale cercare di forzare la mano per ottenere qualcosa in più dalla famiglia Navarra.

Quindi domani, allo scoccare della mezzanotte, nessuna valigetta sarà depositata dal notaio.

A quel punto si apriranno tre vie.

.La prima vedrà gli attuali soci ancora saldamente al comando del sodalizio e con le carte in regola per l’iscrizione al campionato (lodi saldati), ma, probabilmente, senza la possibilità di garantire un reale futuro alla società, come lo stesso presidente paventava.

.La seconda e più nera, di nuovo direttamente conducibile alle parole di Marinelli, potrebbe vedere un immediato peggioramento del malato terminale L’Aquila Rugby, con conclusione tragica già prima della prossima stagione o magari a stagione in corso.

.La terza, invece, vede il riallacciarsi dei rapporti tra i quattro soci aquilani (Carispaq, Marinelli, Pasqua, Vittorini) con la famiglia Navarra, sulla base dell’offerta presentata dai due imprenditori, accantonando le pretese mosse fino ad adesso dalla società nero verde.

Al di là degli ultimatum, la nostra offerta è ancora lì!” commenta Walter Navarra. “Questo è quello che noi possiamo offrire per L’Aquila Rugby. Non possiamo invece accettare le condizioni che ci vengono chieste. Se la società non vuole accogliere la nostra offerta, non ci saranno rancori”.

Attualmente non si sa quale sarà la strada che sceglieranno di seguire i quattro soci. Certo è, che l’offerta dei Navarra, in questo momento, rappresenta la migliore via di uscita che ci si possa auspicare da una situazione intricata come quella sociale nero verde. Rimane da verificare se l’ala che spinge dalle retrovie per ottenere l’immediato pagamento di parte del debito, tenderà ad affievolirsi e si accontenterà di trattare con i Navarra.

La città intanto continua a guardare in attesa che si torni a parlare di rugby vero. Qualche giorno fa, una delle tante personalità aquilane che orbita da anni nel mondo della palla ovale, alla domanda dove si trova ormai il rugby a L’Aquila, mi ha risposto: “il rugby, quello vero, esiste solamente dove non ci sono i soldi”.

Matteo De Santis


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