L'Aquila Rugby: i nodi da sciogliere

il 10 Luglio scade l'iscrizione al campionato

18 Giugno 2011   14:53  

E’ sempre più chiaro che i nodi principali da sciogliere per il definitivo completamento della trattativa per l’acquisto dell’Aquila Rugby siano fondamentalmente due: le modalità di pagamento e la volontà della Cassa di risparmio.

6 mesi dopo, con alle spalle 3 conferenze stampa, di cui la prima era stata presentata come decisiva e risolutoria, una cordata gonfiata e sgonfiata nel giro di 24 ore, superati proclami, urla, raccomandazioni, annunci e smentite, ora si stringe il quadro accusatorio.

Il 31 Marzo scorso, nella presentazione della regolare offerta di acquisto, Walter e Carlo Navarra si dicevano perplessi per vari motivi, tra cui: la questione dei lodi arbitrali e la condizione di dipendenza da parte dell’Aquila Rugby rispetto alla Polisportiva.

I lodi, a quanto pare, non dovrebbero rappresentare più un problema; la Polisportiva, oggi ampiamente rappresentata, ha chiarito la sua posizione e sembra voler navigare nella stessa direzione dei Navarra.

“I rapporti con L’Aquila Rugby non sono mai stati ricattatori” commenta Angelo Cora, presidente della polisportiva. “Anzi noi in passato abbiamo anche rinunciato a soldi che ci spettavano di contratto, per lasciarli di buon grado alla 1936 che ne aveva bisogno”.

Un altro parziale scoglio sembrava essere rappresentato dalla comparsa della nuova cordata aquilana, salvo scoprire che, molto probabilmente, non è mai esistita una seconda cordata.

Poi si è detto che Romano Marinelli non fosse convinto della possibilità di cessione e che volesse tenersi tra le mani il giocattolo “L’aquila Rugby”. Niente di più lontano dalla verità. A quanto si evince oggi, Romano Marinelli non vede l’ora di liberarsi di un così scottante fardello.

Rimangono quindi due elementi fondamentali. Il primo è la modalità di cessione societaria. Come anticipato su questo giornale, il problema di fondo è la richiesta da parte dei soci attuali di una lauta cifra ai Navarra prima della cessione delle quote, per coprire il debito aquilano.

I Navarra dal canto loro, forti delle carte che hanno ricevuto, con i bilanci 2009 e 2010 ancora non certificati e in assenza del bilancio 2011, affermano che il buco dell’Aquila Rugby sia di gran lunga maggiore rispetto a quello ipotizzato da Marinelli. A questo punto i due imprenditori chiedono alla vecchia dirigenza di farsi da parte per permettere loro il risanamento autonomo del debito societario, che potrebbe quindi superare la cifra di un milione di euro.

Il secondo ostacolo, come detto, potrebbe essere rappresentato dalla Cassa Di Risparmio, che mai come oggi era stata chiamata in ballo nella trattativa in corso. A tutti è noto il ruolo preminente che svolge la Carispaq all’interno dei delicati equilibri nero verdi.

Romano Marinelli potrebbe essere semplicemente un portavoce di interessi più grandi che lo sovrastano. Senza dubbio, dei 4 soci che compongono la s.r.l. aquilana, la Carispaq è colei che vanta il maggior peso all’interno della società e, probabilmente, forte di questa posizione, è il faro che guida le scelte sociali.

Per questo appare piuttosto banale sintetizzare la trattativa come una contesa tra Marinelli e i Navarra, quando è noto ai più chi sia a gestire formalmente gli interessi sociali.

Alla luce di tale “rivelazione”, le parole di Walter Navarra che chiede a gran voce la creazione di una tavola rotonda per poter discutere ufficialmente con i 4 soci aquilani, acquisisce un valore in più.

Andando ancora più nello specifico è ovvio e giustificato che i Navarra vogliono trattare con tutti i soci, in particolar modo con chi riveste il ruolo più importante nell’economia sociale.

Nel frattempo la prossima scadenza è quella del 10 Luglio, giorno in cui si chiudono le iscrizioni al campionato.

Una squadra e una città sono tenute sospese ad un filo sottile, pronto a spezzarsi. L’unica richiesta che si può fare è invitare chi deve realmente prendere delle decisioni a farlo in fretta e, possibilmente, nell’interesse di tutti gli aquilani.

Matteo De Santis


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