L’Aquila: anche la ricostruzione va in ferie

11 Agosto 2011   10:31  

Se in questa ultima  settimana girando per la città e per la sua periferia avete incrociato meno camion e sentito meno rumorosi i cantieri nelle vicinanze del vostro ufficio o addirittura silenzio nel cantiere sotto casa non vi preoccupate, è tutto regolare: anche la ricostruzione si ferma per le vacanze!

È già perché nel cantiere più grande d’Europa, dove la ricostruzione procede lenta a due anni dal sisma, dove l’inverno gli operai sono tutti sotto Cassa perché il clima non permette molte giornate di lavoro e dove, inoltre,  alcune tipologie di lavorazioni e trattamenti per il rafforzamento dei pilastri non possono proprio essere svolte sotto certe temperature a rischio della loro efficacia, ebbene proprio qui, in queste due settimane a cavallo di Ferragosto, tutto si ferma.

Le ditte chiudono per due settimane di ferie e questo blocco non si può dire del tutto volontario. Qualcuno voleva solo fermarsi i giorni più vicini al Ferragosto ma alla fine la chiusura dei fornitori – non tanto nazionali quanto locali – non gli ha permesso di rimanere aperti. Qualcuno ci ha detto che lavorare con entrambi i fornitori aquilani chiusi era un suicidio: non è stato possibile poiché sebbene ci si volesse pre-munire di tante forniture di consumo per i cantieri potrebbe sempre sfuggire qualcosa, anche di relativamente piccolo, sciocco e banale, come delle semplici viti – che potrebbero bloccare tutto e far costare ‘troppo’  alla ditta la decisione di restare aperti.

Dunque si chiude e a L’Aquila sappiamo tutti benissimo quanto siano lunghe due settimane di lavoro in queste piene giornate estive in termini di risultati. Ma infondo perché avere fretta di ricostruire? Di pagare i costi di questa ricostruzione posticipata – in termini di CAS e sistemazioni  in hotel che tolgono finanze e risorse per la ripresa della città? E poi perché interessarsi delle vittime finali di queste decisioni, ovviamente, i cittadini, che resteranno più tempo in alloggi diversi dalla propria abitazione? Ma forse se si fanno un po’ di conti spiccioli sono maggiori gli interessi di tutti coloro che operano nel ‘contorno’ della ricostruzione rispetto a quelli del singolo cittadino di rientrare nella sua CASA.

Il Commissario – ‘ombra’ alla ricostruzione ovviamente è talmente dentro la questione aquilana che figuriamoci se con una ordinanza ad hoc magari poteva permettersi di impedire lo svolgimento delle ferie della ditte dei fornitori edili o, quantomeno, di prevedere una semplice turnazione tra di esse per la chiusura, che permettesse il regolare approvvigionamento di quelle ditte edili che avrebbero voluto e potuto  continuare a lavorare.

Emanuela Bruschi


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