L'Aquila, condannata la Transcom: non poteva licenziare

14 Dicembre 2011   14:51  

Sentenza "bomba" del tribunale dell'Aquila contro la Transcom. L'azienda di call center attiva nel capoluogo, all'indomani del sisma chiuse baracca e burattini mandando a casa 270 dipendenti è stata condannata dal Tribunale dell'Aquila al pagamento di 15 mensilità arretrate più i danni a 55 persone licenziate ingiustamente dopo il terremoto, secondo una stima provvisoria parliamo di circa un milione di euro. 

Oggi il giudice del Lavoro Anna Maria Tracanna ha stabilito che la procedura di licenziamento era illegittima.

La Transcom giustificò la scelta con la carenza di commesse e l'indisponibilità della sede, danneggiata dal sisma. Nel settembre 2009, però, l'azienda aveva ottenuto una grande commessa da Inps e Inail.

55 in tutto i dipendenti che fecero ricorso, 40 con l'Ugl e 15 con l'avvocato Federico Cinque. Tutti, oggi, sono impiegati al call center E-Care, rinunceranno, dunque, al reintegro - disposto dal giudice - preferendo il rimborso di 15 mensilità, come previsto dalla legge.

"La vergognosa vicenda dei licenziamenti dei terremotati aquilani da parte di Transcom, trova giustizia oggi con una sentenza storica" commenta il segretario regionale dell'Ugl Piero Peretti. "L'aver avuto giustizia, pero', su coloro che volevano lucrare a spese di onesti lavoratori adducendo il pretesto del sisma non ha prezzo - aggiunge -. La procedura del licenziamento, effettuata da Transcom nel 2009 e contestata solo dal nostro sindacato, ha mostrato totale infondatezza ed e' stata palesemente sconfessata dal giudice.

Questa vittoria - ha detto ancora Peretti - rappresenta la piu' grande soddisfazione che ho avuto nella mia vita di sindacalista e ritengo sacrosanto dedicare questo fantastico risultato a Simona D'Ercole, dipendente della Transcom morta sotto le macerie ed alla quale e' stata intitolata la sede regionale della Ugl e per la quale i vertici aziendali non spesero neanche una parola".


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