L'Aquila, i volontari Abio: "Nel nostro ospedale i bambini trovano colore e giochi"

13 Marzo 2013   14:20  

ABIO a L'Aquila nasce il 4 ottobre 2004 da un gruppo di giovani ragazze e dopo il sisma non si è fermata.

ABIO sta per Associazione Bambino in ospedale.

Nei giorni scorsi l'avvio del nuovo corso di formazione, in un'aula affollatissima di giovani donne, per lo più.

"Siamo fortunati - racconta la presidentessa di Abio L'Aquila, Francesca Bizzini- non abbiamo mai avuto grandi difficoltà, soprattutto grazie agli universitari. In altre città in Abio l’età media è più alta, anche 50 anni e i giovani mancano, qui no."

Abio si occupa sia dei piccoli che entrano in ospedale sia dei suoi genitori, che affrontano lo stress e in molti casi il dolore, di vedere il proprio bimbo in ospedale. 

In ospedale un bambino, oltre le cure mediche ha bisogno di altro:

"Ha bisogno di auto per il suo equilibrio psicologico -spiega Francesca, che nel 2004 dà avvio ad Abio L'Aquila-  il volontario Abio diminuisce l'impatto con l'ospedale, e fa sì che il distacco che il bambino ha dalla sua realtà, dalla sua stanza, i suoi giochi e i suoi familiari sia il meno doloroso possibile."

A L'Aquila i volontari si occupano di bambini con patologie lievi: "Raramente vediamo bambini con grandi patologie, qui fortunatamente i bambini non hanno gravi patologie. Qui abbiamo bambini con bronchiti e gastroenteriti, anche se dopo il terremoto sono molto aumentati i traumi".

A L'Aquila i bambini vengono accolti nel rinnovato Pronto soccorso pediatrico, nato pieno di colori, così come Abio chiede in molti ospedali. Se c'è un elemento positivo del dopo terremoto è la generosità arrivata da fuori, e ora grazie anche alla donazione di Sky, i bambini  hanno un pronto soccorso che non fa paura, ma li accoglie con attenzione e colore.

Non era così prima del sisma, ma è soprattutto nel 2004 che avviene un cambiamento netto. Abio realizza infatti la nuova sala giochi

"Nel 2004 non c'era nulla in ospedale, la sala giochi aveva una poltrona sgangherata, non c'è erano giochi, né colori, e i letti erano quelli di tutti gli altri malati. Grazie ad Abio esiste oggi la sala giochi, e ora il pronto soccorso pediatrico è pieno di colori".

I volontari sono parte essenziale dunque dell'accoglienza del bimbo e la famiglia che entra in ospedale. Ad oggi Abio L'Aquila conta più di 60 volontari, quasi tutti universitari, giovani, forti e motivati ma servirebbero anche persone over 30, e magari anche quelle che vivono stabilmente a L'Aquila.

Abio è apolitica e aconfessionale, chi vuole sostenerla o conoscerla può scrivere ad abioaquila@gmail.com

 


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