L'Aquila: la città degli auditorium, dove spunta anche il "Salotto urbano" sognando la ricostruzione

06 Luglio 2012   12:02  

L’Aquila da anni cercava la propria identità. Dopo il sisma il problema si è strettamente connesso a quello della ricostruzione che in una dimensione anche europea, dovrebbe realizzarsi attraverso l’individuzione di un obiettivo, di un percorso proprio, caratterizzante l’identità. E forse L’Aquila ha scoperto di essere la città degli auditorium, prima ancora che della cultura. Auditorium di ogni tipo, e quasi tutti temporanei, spuntano nel bel mezzo della città, con il placito dell’amminsitrazione che non né dà notizia ai cittadini fino a cose, più o meno, fatte.

E così in una delibera della giunta comunale del 26 giugno scorso esce fuori un protocollo d’intesa  per  “salotto urbano dell’Aquila”, ovvero un involucro pieghevole con bar, palcoscenico magazzino e scala. Un nuovo, temporaneo, piccolo auditorium, una sorta di fratello minore dell’auditorium (previsto come temporaneo, ma che all’apparenza non sembra affatto tale) che con circa 6 milioni di euro della provincia di Trento, e con progetto a firma Renzo Piano, sta già sorgendo nel parco del Castello.

Ed è nello stesso parco, a soli 50 metri da questo, che la giunta comunale prevede un salotto urbano, che sarebbe finanziato, per cifra ancora ignota, dalla Fondazione Carispaq, realizzato e progettato dalla Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo, con l’intesa della Direzione per i Beni culturali e paesaggistici d'Abruzzo. Dunque spunta un altro luogo temporaneo per la socialità, per la cultura, un altro auditorium in una città che rischia quasi di esserne invasa, mentre la ricostruzione dei luoghi di cultura e spettacolo langue.  

Già sorto invece è l’auditorium di Shigeru Ban al Conservatorio. Struttura anche questa temporanea costato circa 700 mila euro, fondi dell’ambasciata giapponese e della protezione civile, e già incredibilmente inutilizzabile a causa dei danni prodotti dalle nevicate di febbraio. E un altro teatro ancora sorgerà in quello che diverrà il parco urbano di Piazza d’Armi finanziato in parte dallo Stato, in parte dagli Aquilani in Australia e per una quota con un project financing. L’audtorium nascerà grazie ad un concorso di idee vinto da Modostudio che ha partecipato alla gara con l'artista spagnolo Cova Rios.

Un progetto complesso, per un’operazione che costerà 10 millioni di euro e che per lo meno esce fuori dall’idea che invece vale per tutti gli altri della “temporaneità”, parola che gli aquilani, non vorrebbero più sentire.

Mentre ormai a quasi 4 anni dal sisma vorrebbero sentire parlare di ricostruzione del teatro stabile, del teatro san Filippo, del teatro sant’Agostino e dell’auditorium Carloni, tutti i luoghi della cultura a L’Aquila che così rischiano di non tornare mai più alla luce.


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