L'Aquila, presentazione del libro di Alessandro Aquilio

Ventitre secondi

24 Aprile 2011   22:43  

Presentato sabato presso la libreria Colacchi in compagnia dell’autore e di Matteo Grimaldi il libro ‘’23 secondi’’ di Alessandro Aquilio.  Il volume -  che vanta della prefazione di Paola Turci e che racconta della percezione del terremoto da parte di chi, lontano dalla città quella notte, affronta la paura della perdita dei propri cari che non rispondono al telefono ed il lungo viaggio di ritorno per riabbracciare la propria famiglia -  aprirà la fiera del libro a Torino.

Il vigliacco arriva mentre L’Aquila dormiva indifesa, come un nemico che attacca quando meno te lo aspetti, in 23 lunghissimi secondi di paura, quando un minuto prima, alle 3:31, la città viveva il suo ultimo minuto di vita normale, dormendo, rientrando da una serata con gli amici, chiedendosi perché non si riusciva a dormire quella sera nonostante i tre mesi di scosse.

Il libro è stato scritto alcuni  mesi dopo il terremoto poiché Alessandro voleva portare una testimonianza non falsata dalle emozioni.  Racconta della sua famiglia, che quella sera andò a prendere la nonna che viveva da sola, per stare tutti insieme, racconta della casa, percorsa dal vigliacco che si trasforma in una trappola, racconta della sorella – che incinta, dopo aver seguito il suo istinto di sopravvivenza mettendosi in fuga, non sente più il movimento del suo bambino  nel ventre e teme che la tragedia che la colpisca sia ancora più grave.

 Affronta gli interrogativi delle colpe dei crolli, della fede - ‘quella difficile’ così come descritta dalle parole del vescovo dell’Aquila dopo il sisma - del suo momento di pianto primordiale in cui, dopo aver ripercorso la casa e aver rivisto con gli occhi del racconto dei suoi cari quanto avvenuto quella notte, acquisisce la certezza del lungo periodo difficile che dovrà affrontare, il malessere della distanza fisica dai suoi cari e nello stesso tempo la vicinanza del cuore.

Racconta della sua commozione per la nonnina – una donna che non si è mai lamentata di niente e che un giorno mentre è sfollata in un albergo della costa gli confessa che in quel momento ‘vorrebbe proprio uno di quei caffè che si faceva a casa sua’. Pensa al futuro della sua città, di questa città che vuole rimanere universitaria ma che oltre ad offrire un università senza tasse dovrebbe essere resa accessibile e raggiungibile da tutti dall’esterno, non solo con autostrade ma anche col potenziamento dei collegamenti aerei e ferroviari. L’Aquila , con questa ricostruzione, dovrebbe invertire la rotta, dimenticare la sua chiusura ed aprirsi a tutti coloro che la hanno conosciuta, se vuole veramente sopravvivere.

Emanuela Bruschi


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