L'Aquila reale e quella virtuale

Il centro storico su Facebook

15 Dicembre 2009   10:08  

Oggi pomeriggio la nebbia ha avvolto come un sudario il centro storico dell'Aquila, le sue torri, le cupole e i palazzi, le sue montagne di macerie. Per un solo istante, chi da lontano ha osservato, avrà forse dubitato dell'esistenza della città vecchia, quella inaccessibile e sbriciolata nel cuore della zona rossa.

Avrà forse pensato che L'Aquila è solo un ricordo immaginario dalle forme indefinite, che è svanito l'istante successivo ad un immane boato, in una notte di primavera.

Oltre quel velo di nebbia, avrà concluso, al di là delle antiche mura, c'è solo un vuoto silenzioso e triste, intorno a cui si affastella disordinatamente e senza alcuna armonia un'immensa periferia, senza memoria, senza futuro. perchè nata in buona parte senza pianificazione urbanistica, ovvero, per usare le parole di Antonio Cederna senza ''un’operazione di interesse collettivo, che mira a impedire che il vantaggio dei pochi si trasformi in danno ai molti, in condizioni di vita faticosa e malsana per la comunità.''. Ed anche potenzialmente mortali, visto che a L'Aquila hanno costruito periferie persino su pericolosissime faglie sismiche.

Ma questi ovviamente sono solo cupi pensieri invernali. Tornerà infatti presto a splendere il sole, ad imbiancare di luce le antiche pietre, a giocare con le ombre degli archi, dei vicoli e delle fontane.

Per ora c'è comunque un luogo in cui il centro storico dell'Aquila, è ancora vivo e reale, quasi percorribile. Ironia della sorte è un luogo virtuale. Lo trovi su Facebook, nelle pagine che il nostro sito ha deciso di proporre per consentire l'incontro e il dialogo a tutti quelli che nel centro storico ci hanno vissuto e vorrebbero tornarci.

Persone come Linda che scrive: ''Ho sempre amato questa città, è a L'Aquila che sono nata, è a L'Aquila che ho trascorso il periodo più bello della mia vita, ed è per questo che la porterò sempre nel cuore. L'Aquila tornerà a volare, più in alto di prima. Bisogna crederci e contribuire a far si che ciò avvenga''.

O Valerio:'' Nato e sempre vissuto nel centro storico! Abitavo a via arco delle terziarie, dietro al teatro Comunale! Giro per il corso..appuntamento ai 4 cantoni..e poi Piazza Palazzo...ma anche passeggiate per ammirare i nostri bellissimi monumenti, le chiese più nascoste, i vicoli... Mi manca tantissimo e ci ritornerò a vivere appena possibile!''.

E ancora Marta. ''Non è solo un insieme di strade, di mura e di storia.... è molto di più... è la città nata sotto la costellazione dell'aquila, costruita sui parametri del 99, custode di segreti, misteri, sacra e meravigliosa... è viva, la sento tutte le sere quando chiudo gli occhi''.

E infine Sabrina: ''Mi mancano gli odori,i colori, le facce, i rumori del centro storico, ed ho tanta pena per la mia città!''.

Con loro ci sono altri 3500 frequentatori di questa piazza virtuale, che poi a pensarci bene tanto virtuale non è. Perché una città, in quello che ha più di reale e vero, è prima di tutto un un reticolo fittissimo e cangiante di incontri, di soste e di passeggiate, di destini che si incrociano, spesso per caso, e poi si allontanano, altrettanto per caso.

La città, e anche il centro storico dell'Aquila, a differenza degli insulsi quartieri-dormitorio, è un labirinto di pietra e di enigmi che si plasma intorno ai sogni e alle aspirazioni di chi lo percorre.

Ha scritto il filosofo Guy Debord, esperto in bighellonaggio urbano: ''Andate in giro a piedi senza meta od orario. Scegliete man mano il percorso non in base a ciò che sapete, ma in base a ciò che vedete intorno. Dovete essere straniati e guardare ogni cosa come se fosse la prima volta. Dovete percepire lo spazio come un insieme unitario e lasciarvi attrarre dai particolari.''

I punti di intersezione di queste linee, di questi destini, di queste derive quotidiane, sono forse i luoghi significativi della città, ciò che ha davvero un valore, ciò che merita di essere sottratto alla dura legge dell'entropia, ovvero al destino che porta prima o poi anche la più gloriosa e fastosa città a diventare un rudere, e infine un reperto archeologico meta di gite e pic-nic.

Disse il saggio Lu Xun: ''All'inizio del mondo le strade non esistevano. Le strade nascono quando tanti esseri umani si ritrovano e camminano insieme nella stessa direzione''.

Spazi di incontro virtuale, strade comuni nella rete, come queste pagine su Facebook, sono dunque estremamente reali. In esse non solo è possibile mettere in bacheca i ricordi, ricostruire la psicogeografia urbana della nostra città. Ancora più pragmaticamente è il luogo dove cominciare a ricostruirlo per davvero, il centro storico, condividendo anche proposte, idee e progetti.

Filippo Tronca

 


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