L'Aquila rugby: l'ultimo treno

29 Aprile 2011   19:03  

Ultimo treno per L’aquila rugby 1936. Oggi nella conferenza stampa tenutasi all’Hotel 99 cannelle, il gruppo Navarra ha presentato il progetto sull’acquisizione del club nero verde svelando, finalmente, tutte le carte davanti ai media. Alla conferenza hanno partecipato oltre ai due imprenditori Walter e Carlo Navarra (rispettivamente padre e figlio) anche l’attuale presidente della società Romano Marinelli oltre che all’ing. Rossi colui che ha progettato “la cittadella del rugby”, impianto sportivo da realizzarsi, secondo i programmi, nell’arco di cinque anni.

Tanti sono stati i temi toccati questo pomeriggio. Si è parlato del futuro che i due imprenditori intendono dare alla situazione, della situazione attuale in cui versa il club tra debiti accumaliti negli ultimi anni (oltre un milione di euro) e le vertenze che la società ha nei confronti di sedici ex giocatori de L’Aquila Rugby. Sono proprio questi lodi che rischiano di compromettere l’entrata della cordata milanese nella società nero verde. Chiarissimo, infatti, è stato Walter Navarra in merito, affermando che, se la società attuale non regolarizzerà i debiti scaturiti dalle vertenze, l’acquisizione non andrà in porto, lasciando così, il consiglio dei soci attuale (formato da Marinelli, Pasqua, Vittorini e la Carispaq) a far fronte da solo a tutti i debiti.

Le conseguenze per il rugby aquilano sarebbero a questo punto disastrose. L’Aquila rugby, se non dovesse onorare entro pochi giorni tutte le pendenze nei confronti degli atleti (che ammontano ad un totale di 85.000 euro per i primi otto giocatori e circa 165.000 euro per i restanti) rischia di ripartire dal campionato di serie C. Ciò a detta degli stessi partecipanti alla conferenza significherebbe la fine del rugby aquilano.

Dalle parole del direttore del marketing Marco Molina, intervenuto a fine conferenza, sembrerebbe che la Telecom abbia da pochi giorni staccato una fattura da 90.000 euro cifra sufficiente a pagare la prima trance di debiti e far acquisire la società alla nuova cordata di imprenditori che si è detta disposta, in questo caso, a coprire il restante 2/3 del debito totale che incombe sul club aquilano.

Che L’Aquila Rugby da oltre dieci anni non navighi in acque tranquille è una realtà che è sotto gli occhi di tutti gli appassionati ma, forse, e aggiungerei finalmente, ora si ha un’altra occasione di invertire la rotta navigare verso la rinascita attraverso un progetto, serio, concreto e realizzabile che coinvolgerà oltre alla club anche tutta la città facendo tornare, si spera, il rugby aquilano ai fasti di un tempo. La scelta adesso è nelle mani dei soci che sono in possesso di tutti gli strumenti per decretare quella che sarà la fine o la rinascita di tutto il movimento aquilano.

Antonio Fidanza


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