Un epilogo davvero difficile da mandare giù, eppure bisognerà farsene rapidamente una ragione. Dopo più di un mese trascorso a sfogliare la margherita, L'Aquila dice definitivamente addio al ripescaggio in Prima Divisione.
E lo fa non per questioni riconducibili ad una scomoda posizione in graduatoria, ma per la mancanza di forze economiche disposte ad affiancare il presidente Gizzi nella rincorsa a questo sogno.
Il rammarico cresce se si pensa che la rinuncia di una candidata del calibro del Monza e l'aggravamento della situazione dell'Alessandria nell'ambito del calcioscommesse avrebbero quasi certamente spalancato le porte della categoria superiore alla società rossoblù, che ora si ritrova invece a leccarsi le ferite senza darsi pace.
Raggiunto telefonicamente, il responsabile dell'area tecnica Ercole Di Nicola fatica a trattenere una rabbia mista ad amarezza.
"A causa dell'immobilismo della classe dirigente aquilana -esordisce- non potremo usufruire del ripescaggio in Prima Divisione. Sono profondamente deluso".
"Purtroppo -tuona- gli imprenditori locali non hanno ancora capito che la loro crescita dipende dallo sviluppo di ogni singolo settore della propria città. E il calcio è ovviamente uno di questi".
Si dice che la speranza è l'ultima a morire, ma Di Nicola preferisce essere realista. "Domani è il penultimo giorno utile per formulare la richiesta -constata- e onestamente solo un evento eccezionale potrebbe cambiare le carte in tavola".
A parziale consolazione, la volontà da parte della società di allestire un organico di livello per la Seconda Divisione. "Lo faremo esclusivamente per la nostra tifoseria -precisa Di Nicola- che non ha mai fatto mancare il proprio apporto quando ne avevamo bisogno. Mercato? Posso soltanto dire che la rosa attualmente a disposizione partirà in ritiro domani ad Amandola agli ordini di mister Ianni, il resto si vedrà solo dopo che avremo smaltito questa batosta".
Danilo Rosone