L'Italia povera: 12% della popolazione. Abruzzo nella media

04 Novembre 2008   13:53  

LINK E APPROFONDIMENTI - In Italia le famiglie che nel 2007 erano in condizione di poverta' relativa erano 2.653.000, l'11% di quelle residenti. In totale, 7.542.000 di poveri: il 12,8% dell'intera popolazione. Sono i dati diffusi dall'Istat e contenuti nel rapporto 'La poverta' relativa in Italia nel 2007' presentato con una conferenza stampa all'Istituto Nazionale di Statistica. La stima dell'incidenza della poverta' relativa, ovvero la percentuale di famiglie e persone povere sul totale delle famiglie e persone residenti viene calcolata su una linea di poverta' che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale un nucleo familiare e' considerato povero.

La soglia di poverta' per una famiglia di due componenti e' rappresentata dalla spesa media mensile per persona che nel 2007 e' risultata pari a 986,35 euro (+1,6% rispetto al 2006). In generale, rileva l'Istat, la poverta' tra il 2006 e il 2007 e' rimasta stabile sia a livello nazionale che a livello di ripartizione regionale. Spicca pero' una maggiore incidenza nelle regioni del Sud ed in particolare in Sicilia e in Basilicata. Segnali di miglioramento si osservano solo per le famiglie toscane tra le quali l'incidenza di poverta' da 6,8% e' scesa al 4%. Emerge a livello nazionale un peggioramento tra le tipologie familiari che tradizionalmente presentano una bassa diffusione del fenomeno e tra le quali i livelli di poverta' restano al di sotto o in prossimita' della media nazionale: famiglie di tre componenti (l'incidenza e' passata dal 10% all'11,5%), coppie con un figlio (dall'8,6% al 10,6%), famiglie con persona di riferimento di eta' compresa fra i 55 e i 64 anni (dal 7,5% all'8,9%). Un incremento dell'incidenza di poverta' e' stato osservato anche tra le famiglie con due o piu' anziani (da 15,3% a 16,9%) in coppia o membri aggregati

Timidi segnali di miglioramento si osservano tra le famiglie con un solo genitore (la poverta' scende dal 13,8% all'11,3%) in particolare tra monogenitori anziani. L'incidenza della poverta' scende infine tra le famiglie con a capo un lavoratore autonomo (da 7,5% a 6,3%), in particolare se lavoratore in proprio (da 9,6% a 7,9%). E' in condizione di poverta' il 13,9 delle famiglie con a capo un operaio o assimilato, un'incidenza doppia rispetto a quella osservata tra le famiglie con a capo un lavoratore autonomo (6,3%) e quasi quadrupla se confrontata alle famiglie di liberi professionisti (3,7%). In dettaglio l'Istat ha rilevato che nel Nord il peggioramento della poverta' tra le coppie con un figlio (da 3,2% a 5%) e tra le famiglie con un figlio minore (da 3,9% a 5,7%) e' particolarmente evidente e si accompagna a quello delle famiglie con cinque o piu' componenti, in particolare famiglie con tre o piu' figli minori e con membri aggregati. Unici segnali di miglioramento sono tra le coppie con due figli e tra le famiglie con due figli minori. E' nelle regioni del Centro che appare piu' evidente la diminuzione della poverta' tra le famiglie con un solo anziano, in particolare famiglie con membri aggregati (dal 16,5% al 12%) o con a capo una persona con basso titolo di studio (dal 12,4% al 10,3%). Al Sud segnali di miglioramento si vedono fra le famiglie con cinque o con piu' componenti (da 37,5% a 32,9%) in particolare coppie con tre o piu' figli e con tre o piu' figli minori. L'incidenza di poverta' diminuisce inoltre tra le famiglie con a capo un lavoratore autonomo soprattutto se il lavoratore e' in proprio. Al contrario in questa ripartizione si rileva un peggioramento delle condizioni delle famiglie di tre componenti (da 20,9% a 24,7%), in particolare coppie con un figlio (da 19,4% a 23,5%), famiglie con una persona di riferimento di eta' compresa tra 55 e 64 anni e con due o piu' anziani.

Osservando il fenomeno a livello territoriale l'Istat evidenzia che il Veneto e' la regione con la piu' bassa incidenza di poverta', pari al 3,3%; seguono la Toscana, la Lombardia e il Trentino Alto Adige, con valori inferiori al 6%. Nelle restanti regioni del Nord e del Centro le percentuali di famiglie povere oscillano dal 6,2% dell'Emilia Romagna, al 6,3% delle Marche, al 9,5% della Liguria.

In tutte le regioni del Mezzogiorno la poverta' e' molto piu' diffusa rispetto al resto del Paese, eccetto Abruzzo e Molise che si avvicinano un po' di piu' alla media nazionale. Oltre un quarto di famiglie povere si trova in Basilicata e in Sicilia, rispettivamente 26,3% e 27,6%.

Nel Mezzogiorno l'incidenza di poverta' relativa e' quattro volte superiore a quella osservata nel resto del Paese. La poverta' infine e' associata a bassi livelli di istruzione e a bassi profili professionali (working poor) e all'esclusione dal mercato del lavoro: l'incidenza di poverta' tra le famiglie con due o piu' componenti in cerca di occupazione (35,8%) e' quasi quattro volte superiore a quella dove nessun componente e' in cerca di lavoro (9,9%).

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