L'Ospedale dell'Aquila deve rimanere centro di riferimento

I rischi del piano di rientro regionale

12 Luglio 2010   12:52  

L'attuale situazione dell'Ospedale dell'Aquila a distanza di circa un anno e mezzo dal disastroso sisma presenta ancora numerose criticità come l'arresto dei lavori per il ripristino del delta chirurgico, la stentata ricostruzione dell'edificio 9 ove vanno collocate tutte le terapie intensive ed ancora mancano all'appello Cardiologia, dialisi,  centro trasfusionale, diabetologia, anatomia patologica,  medicina legale, tutto il settore amministrativo che è ancora collocato nei container.

Si aggiunge a questa situazione la mancanza totale di parcheggi aggravata da una caotica viabilità. E' ormai noto a tutti che il rallentamento e lo stop di alcuni lavori è frutto di un'operazione contabile che ha congelato i fondi dell'assicurazione per usufruire dei fondi dell'ex art.20 che però ancora non sono disponibili. Questo ha determinato la rinuncia a capitali prontamente disponibili per finanziamenti che stentano ad arrivare.

Ancora una volta il sacrificio dell'Aquila ha permesso all'intera regione di ripianare i debiti!

E' necessario ricordare agli amministratori tutti che la situazione del nostro Ospedale ante sisma era caratterizzata da un elevato tasso di mobilità attiva extraregionale che consentiva al nostro presidio di rappresentare l'eccellenza in ambito regionale.

Alla luce di quanto sopra appare evidente che il piano di rientro regionale debba necessariamente considerare il nostro Ospedale come struttura HUB, cioè struttura di riferimento. Perché ciò avvenga è indispensabile che si conservino tutte le specialità e le eccellenze presenti al 6 aprile 2009, anche in considerazione del fatto che all'interno del presidio opera la facoltà medica della locale università. La presenza di tali eccellenze ha permesso un anno fa di ospitare in sicurezza, nonostante i gravi problemi legati al post-sisma, i grandi della terra.

Per questo sono state acquisite apparecchiature costose e ad alto contenuto tecnologico, che ora rischiano di restare inutilizzate. Il rischio fondato è rappresentato dal fatto che il nostro ospedale venga considerato HUB solo sulla carta, ma che in realtà venga trasformato in una scatola vuota costringendo i cittadini del Capoluogo di Regione (città più popolosa della provincia nonostante il terremoto) a viaggiare verso altre strutture per usufruire dei servizi sanitari che prima erano presenti in città.

Sconcerta che di fronte a una ristrutturazione così importante non si sia sentita la necessità di coinvolgere attivamente le parti sociali e gli stessi sindaci del comprensorio. Un piano di rientro di tale importanza rischia di essere clamorosamente bocciato se non condiviso dai più. Nonostante i tentativi fatti per smantellare e indebolire la nostra città e con essa il suo ospedale gli operatori sanitari tutti di questo territorio saranno compatti e uniti nella difesa della sanità aquilana.

ANAAO - CISL MEDICI - CISL SANITA' -CIMO- FESMED_SUMI- UIL SANITA'


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