L'artigiano ai tempi della semplificazione

11 Giugno 2010   11:55  

Una lettera inivata a Poste Italiane e al Ministro Brunetta è giunta alla nostra redazione e ne diamo pubblicazione.

di Antonio Ciarrocchi (Montesilvano)

Premessa: sono socio di una piccola ditta artigiana nel settore dell' I.T. (2 soci e 4 dipendenti), ho lavorato 9 anni da dipendente e da altri 28 sto lavorando come autonomo. Mediamente lavoro 11 ore al giorno, il sabato mezza giornata, poche ferie e nessuna malattia se non proprio invalidante. Per natura sono ottimista e cerco di vedere la parte mezza piena del bicchiere.
Il lavoro non spaventa il piccolo imprenditore artigiano; quello che spaventa e' altro.

A marzo del corrente anno ricevo da Poste Italiane SpA una richiesta di preventivo per la fornitura di una lampada per videoproiettore (lo scorso anno avevo gia fornito qualcosa di simile); pagamento a 90 giorni. Rispondo al preventivo per un totale di euro 350,00 oltre IVA.
In data 12 maggio mi comunicano che il preventivo e' stato accettato e mi vengono richiesti dei documenti: DURC non anteriore a 30 giorni; Certificato d'iscrizione alla Camera di Commercio con attestazione antimafia; una Autodichiarazione e Certificato dei carichi tributari pendenti.

Il DURC viene richiesto on-line e senza alcuna spesa; per il Certificato alla Camera di Commercio trovo un parcheggio a pagamento nei paraggi, mezz'ora di fila, due sportelli aperti ed alcuni impiegati che parlottano tra di loro. Totale 10 euro ed il certificato e' mio. Mi chiedo: ma la Camera di Commercio non viene sostenuta da noi con l'iscrizione, o tassa che sia, annuale? A che serve farsi pagare anche il piu' insignificante certificato? Non lo si potrebbe scaricare da internet? Va be', andiamo avanti.
Lascio l'auto gia' parcheggiata, passo il ponte a piedi (l'Agenzia delle Entrate dista meno di 500 metri dalla Camera di Commercio) e mi ritrovo in Piazza Italia presso l'Agenzia delle Entrate. Mi danno il modulo da riempire e per la richiesta del Certificato dei carichi tributari pendenti occorrono: 2 marche da bollo da 14,62 euro e una marca da 12,00 euro. Mi accingo all'acquisto delle marche e, strada facendo, mentre mi assale la rabbia, abbandono il tutto e me ne torno in macchina al lavoro a produrre e non a spendere.

Costo dell'operazione: 2 ore e mezza del mio tempo; 2 euro di parcheggio; 10 di certificato ed eventuali altri 41,24 di certificati da richiedere.

Rientro in ditta e telefono al Competence Center delle Poste e domando se non vi sia stato un errore con la richiesta del Certificato dei carichi pendenti. Risposta: "no, sono nuove disposizioni in vogore da quest'anno".

Mi chiedo: e' questa l'Italia del terzo millennio? dell'innovazione e della semplificazione?
Come faranno i vari Anemone & Co. con gli appalti da decine di milioni di euro? Poveracci loro.


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