L'assemblea cittadina: ''Giù le mani da Collemaggio''

E domani seminario sulla zona rossa

05 Agosto 2010   14:23  

''Il problema dell'ex Manicomio Santa Maria di Collemaggio è quello di capire quello che vuole fare la Asl, proprietaria di questa area. Servono risposte immediate, perché non si può lasciare questi locali nel degrado, quando invece potrebbero rappresentare una risorsa importante per amministrazioni, servizi, centri sociali".

Lo afferma al nostro microfono Alessandro Sirolli, del centro diurno psichiatrico, a margine dell'assembla cittadina nel tendone di Piazza Duomo, che ha affrontato il tema della destinazione d'uso e riqualificazione del complesso, ''attualmente nel degrado - spiegano i comitati - con i Servizi della ASL ospitati in container a noleggio, con edifici danneggiati (classificati B ed E) ma ristrutturabili con interventi dal costo relativamente contenuto, tenuti nell'incuria e nell'abbandono.

E mentre su Colemaggio si rincorrono le voci di una svendita, e di torbide mire palazzinare e speculative, la Asl intende realizzare a Paganica un nuovo edificio di 700 metri quadrati dal costo complessivo di 1 milione e 400 mila euro. ''Decisione presa senza coinvolgere la cittadinanza - spiega Alessandro Tettamanti del comitato 3e32 -  senza sentire il parere degli utenti, delle associazioni, degli operatori sanitari e sociali che rischia un grande spreco di denaro pubblico e disagi per i cittadini che sono tornati e torneranno ad abitare quartieri della città''.

La riqualificazione di Collemaggio, quanto mai strategica, potrebbe invece diventare una straordinaria occasione di progettazione partecipata, ricostruzione dal basso. 

E progetti in tale senso già esistono, elaborati già prima del sisma: oltre al ripristino in loco dei Servizi Socio-Sanitari, della Asl, i padiglioni dell'ex manicomio potrebbero ospitare il Centro di Salute Mentale, il Centro Diurno Psichiatrico, uno Studentato Universitario, centri aggregativi socio-culturali, una biblioteca Comunale, laboratori artigianali e artistici, il Museo della Mente e del Ricordo, una scuola di restauro, l'Istituto Cinematografico, luoghi di partecipazione dei cittadini ed anche uffici amministrativi vari.

''La Asl e il suo manager Giancarlo Silveri -  denunciano però i comitati -  continua con arroganza a non coinvolgere i cittadini in scelte che riguardano il loro futuro e quello della città. E si limita a preparare un nuovo esposto proprio contro l'occupazione abusiva dell'area da parte del centro sociale Casematte, che comunque la si pensi, ai margini di una città deserta, e desertificata, ha rappresentato uno dei luoghi più partecipati di socializzazione, di incontro, di cultura e impegno civile. E a costo zero per lo stato, perché tutto autofinanziato''. Da qui la richiesta di dimissioni da parte del manager Silveri, che suona come una dichiarazione di guerra.

Prende le difese delle Casematte tra gli altri  il consiglere regionale Maurizio Acerbo che ha recentemete dichiarato: '' Il comitato  3e32 occupò la struttura dandone comunicazione all’allora “manager” Marzetti che, prima di essere dimissionato, aveva intrapreso una procedura per legittimare sul piano amministrativo l’utilizzazione di uno stabile abbandonato per fini sociali. L’occupazione rimane “abusiva” perché il manager nominato dal centrodestra non ha attivato nessuna procedura per la regolarizzazione di CaseMatte. E’ gravissimo che Silveri invece di procedere alla regolarizzazione di un’esperienza nata, vorremmo ricordarlo dentro l’emergenza post-terremoto, abbia presentato un esposto alla magistratura richiedendo lo sgombero.''

Breve storia dell’ iter amministrativo (anni 2005-2009) dell’area

La direzione generale Asl con la delibera 128 del 25 Febbraio 2005 approva un primo progetto per un modello innovativo di “comunicazione” tramite percorsi artistici idonei all’educazione e agli stili di vita più salutari.

Con la delibera della giunta regionale 471/p del 3 Maggio 2006 si procede alla ripartizione della somma di euro 45 milioni e 822.962 euro tra le aziende Asl abruzzesi. Alla Asl di L’Aquila veniva assegnata la somma di 4 milioni e 351.686 euro per investimenti sulle strutture sanitarie.

Il 28 Marzo del 2006 c’è un atto di impegno tra l’assessore alla sanità, la FIRA S.p.a. (Finanziaria regione Abruzzo) e le direzioni generali delle aziende della regione Abruzzo con la quale si conviene di procedere al finanziamento previa presentazione di programmi di investimento.

Con una nota del 29 Maggio 2006 la direzione sanità (ossia il servizio investimenti sanitari e tecnologici ufficio direzione fondi) invita la Asl di L’Aquila a presentare il programma relativo alle spese di investimento.

L’ufficio tecnico della Asl di L’Aquila predispone il programma relativo agli interventi di:
- presidio ospedaliero di Coppito per euro 751.686
- presidio ospedaliero di Collemaggio 3 milioni e 600 mila euro

Con la delibera n. 424 del 23 Giugno 2006 la direzione generale stabilisce che i soldi per l’area di ColleMaggio verranno spesi per il progetto Ambiente arte e salute e più precisamente tre milioni per adeguamento e manutenzioni edifici e 350 mila euro per adeguamento percorsi stradali e pedonali. L’allora direttore generale della Asl Marzetti, annuncia il tutto in pompa magna in una conferenza stampa proprio nei locali di ColleMaggio. E’ il suo primo atto come direttore.

Eppure il 13 Febbraio 2006 con la delibera 848 la direzione della sanità della regione Abruzzo comunicava che alcune somme pari a 2milioni 781mila 736,94 euro, da riferirsi alla delibera n 471/p del 2006, erano state utilizzate già nel 2005 per manutenzione fabbricati ed apparecchiature.

La stessa delibera 848 modifica l’intervento su ColleMaggio riducendolo alla somma di 570.363,65 euro.

Il 16 Gennaio 2007 la Asl dell’Aquila ridetermina l’importo di ColleMaggio a 776.184,06

Il 13 Marzo 2007 la deliberazione del direttore generale n.182 chiamata “ricognizione patrimonio immobiliare disponibile ai sensi art.5l.r47/2006” alienabile (ovvero vendibile) dell’Asl dell’Aquila tra cui figura il complesso ex OP Santa Maria di ColleMaggio per porzioni non definite e comunque con il vincolo che gli introiti derivanti debbano essere riutilizzati per attività relative alla salute mentale (724/94, 682/96 e 449/97, leggi nazionali) e per introiti non preventivati.

Nel 2007 in campagna elettorale l’attuale sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, a seguito della mobilitazione dei cittadini aquilani che raccolgono 4 mila firme contro la vendita del complesso di Collemaggio, propone la riqualificazione dell’ex o.p.

Si schierano anche numerosi intellettuali aquilani.

Il futuro sindaco inseriva l’area di Collemaggio tra le 5 aree strategiche e prioritarie per lo sviluppo della città (tra cui anche Piazza D’Armi).

Nel dicembre del 2009, dopo il rimpasto di giunta, nel rinnovare il mandato di maggioranza con i suoi cittadini, nel paragrafo “gestione della ricostruzione – piano regolatore generale” parlando della necessità del recupero di alcuni quartieri o di aree decisive o strategiche nomina l’area di ColleMaggio” aggiungendo “ormai posta in vendita dalla regione”.

Oggi si ripetono incessanti voci di una imminente vendita dell’intero complesso.

 

DOMANI AL TENDONE DI PIAZZA DUOMO


Venerdì 6 agosto 2010 -  ore 18.00

PRESIDIO PERMANENTE DI PIAZZA DUOMO

Workshop tematico dell'assemblea - Zona rossa e dintorni
di Antonio Perrotti


Seminario di auto-formazione tenuto dall'architetto  Antonio Perrotti. Verranno illustrati e analizzati i documenti e le linee guida finora prodotte dalla struttura tecnica di missione diretta dall'Architetto Fontana. Attraverso una critica puntuale di quanto finora è stato fatto (o non fatto) si cercherà di comprendere dove sta andando (o dove non sta andando) la ricostruzione; si cercherà dunque di  fare  il punto sulla situazione attuale, sulle prospettive di medio e lungo termine, sulle  priorità da indicare al fine di una vera partenza della ricostruzione del centro storico dell'Aquila e degli altri centri minori del cratere.
Questo incontro, come molte delle attività promosse dal Presidio Permanente, si inquadra nell'ottica di una "democratizzazione delle conoscenze": ora più che mai i cittadini devono essere messi in condizione di conoscere e comprendere le azioni che vengono messe in campo e che riguardano il loro futuro, affinché possano essere realmente parte attiva e partecipe della Ricostruzione, nel senso più ampio del termine. Per questo motivo,  la cittadinanza è invitata a partecipare.

 



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