L'inspiegabile successo di "Glee"

Una mediocre serie tv alla conquista del mondo

15 Dicembre 2010   10:19  

Nessuno l'avrebbe mai potuto pronosticare ma degli autentici miti del rock mondiale come i Beatles ed Elvis Presley hanno trovato un gruppo in grado di superarli, o quanto meno tallonarli da molto vicino. Se poi aggiungiamo che la band in questione è formata da un ragazzo sulla sedia a rotelle, una coloured in sovrappeso, una ragazza figlia di due omosessuali, una liceale incinta e un ebreo antisemita, la sorpresa sarà ancora più grande.

Stiamo parlando dei protagonisti di "Glee", la serie-tv che sta facendo impazzire il pubblico di tutto il mondo. Oltre ad essere seguitissima (oltre otto milioni di telespettatori a puntata solo negli Usa), è riuscita a piazzare 102 canzoni (cantate nel telefilm) nella Top 100 statunitense, sbaragliando i Beatles (fermi a 71) e tallonando il campione in carica Elvis Presley, ormai vicinissimo con 108 pezzi.

La trama del serial è presto detta: in un misterioso liceo dell'Ohio, un gruppo di ragazzi con mille problema cerca di risollevare la propria media scolastica, mostrando un incredibile talento nell'arte del canto e della danza. Questa improbabile band, ogni settimana, rispolvera vecchi successi del passato e new-hits incorniciandoli con splendide coreografie e riportandoli in auge con nuovi arrangiamenti. Miracoli della tv, i pezzi scelti balzano immediatamente nei primi posti delle classifiche di vende.

Gli esempi più clamorosi di questo fenomeno sono il nuovo successo toccato alla canzone dei Journey, "Don't stop believin' ", finita nel dimenticatoio da tempo, e quello di "Physical" di Olivia Newton-John, che lei stessa ha riproposto nel corso di una puntata assieme alla perfida insegnante interpretata da Jane Lynch. Una serie capace di influenzare come nessuno prima le scelte del mercato discografico e già vincitrice di due "Grammy".

Sinceramente i motivi del successo di questa serie mi sono alquanto oscuri, vista la mediocrità della qualità del prodotto e la scarsa originalità (sembra un "Fame" in chiave moderna e più cinica), eppure bisogna riconoscergli una grande forza mediatica, tanto da farlo diventare un fenomeno di massa. Rimango, comunque, convinto che il mercato americano abbia prodotto (e continui a farlo) prodotti tv decisamente migliori.

 

Francesco Balzano

 

 

 


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