"L'uomo senza un cane" di di Håkan Nesser

04 Gennaio 2013   12:22  

L'ho acquistato per assicurarmi la classica lettura da ombrellone, non mi aspettavo un capolavoro, ma neanche tutta questa superficialità. Due componenti della stessa famiglia scompaiono nel nulla nel giro di poche ore. Si legge nella speranza che arrivi un colpo di scena, che la trama si complichi, invece rimane tutto piatto, il finale scontato. Ci si aspetta che la condizione psicologica di una madre che vede i suoi figli quasi come estranei che non prova particolare trasporto affettivo, sia il punto focale del libro. La caratterizzazione di questo personaggio sarebbe stato un interessante argomento da approfondire e poteva creare scenari originali, invece viene solo sommariamente descritto uno stato d'animo, le emozioni di questa donna vengono solo sfiorate, mentre potevano aprire un mondo di introspezione psicologica.
Una vera delusione.

Sinossi
Una famiglia modello, gli Hermansson. O quasi. Pochi giorni prima di Natale sono riuniti per festeggiare un centocinquesimo compleanno: i sessantacinque anni di Karl-Erik, padre encomiabile e insegnante in pensione, e i quaranta di Ebba, la sua figlia prediletta. È l’occasione per ritrovare proprio tutti, perfino Robert, la «pecora nera» della famiglia: scrittore mancato (il suo romanzo, L’uomo senza un cane, è da dieci anni in attesa di pubblicazione), è assurto agli onori delle cronache per aver partecipato a un reality show di pessimo gusto, creando non poco imbarazzo ai suoi. Ma nessuno ha voglia di rovinare la festa, almeno fino a quando, a distanza di poche ore, avvengono due sparizioni inspiegabili: prima Robert esce a fare una passeggiata, poi è Henrik, il figlio maggiore di Ebba, ad allontanarsi nel cuore della notte. A quarantott’ore di distanza dei due non si hanno più notizie. Viene incaricato del caso Gunnar Barbarotti, ispettore di origini italo-svedesi in servizio presso la polizia di Kymlinge. L’ispettore, che si stava preparando all’odiosa prospettiva di un Natale con la ex moglie e gli ex suoceri, è ben felice di accettare: anzi, questa chiamata insperata fa segnare un punto – nel suo personalissimo conteggio – a favore dell’ipotesi dell’esistenza di Dio. Le indagini, però, si rivelano per lui tutt’altro che semplici. Fuga? Rapimento? C’è forse un nesso fra i due casi? Ci vorranno tempo, perseveranza e anche l’aiuto del caso, perché le indagini di Barbarotti possano prendere una direzione precisa.


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