La Asl dell'Aquila stacca la luce a Casematte

Ricostruire per i giovani...

14 Gennaio 2011   08:25  

La Asl dell'Aquila, per dei lavori sulla rete elettrica all'interno del Parco di Collemaggio, ha tolto la corrente necessaria per il riscaldamento di alcune roulotte e locali posti all'interno dell'area dell'ex ospedale psichiatrico nel quale ha sede "CaseMatte", luogo di aggregazione del comitato 3.32.

Da più di un anno nell'area hanno trovato riparo e servizi alcune delle persone che non hanno potuto beneficiare di nessun altro aiuto perché casi anomali all'interno dei criteri di assegnazione degli alloggi.

Antonio è uno di questi. "Sono dell'Aquila, quando c'è stato il terremoto, per lavoro, mi trovavo a Perugia e sempre per lavoro avevo residenza a Como. Dopo il 6 aprile sono tornato all'Aquila per stare nella mia città. Non posso chiedere la residenza prima di due anni e quindi non ho nessun diritto per un alloggio. Casematte è l'unico posto dove posso stare."

Oltre ad Antonio sono altre le persone che hanno trovato in "Casematte" l'unica alternativa abitativa e che senza una soluzione al problema nei prossimi giorni si troveranno a vivere senza luce e riscaldamento.

Riceviamo e pubblichiamo a tal proposito una nota di Sara Vegni, esponente del comitato 3e32:

'' Oggi, a metà gennaio, a L'aquila, a 21 mesi dal terremoto, senza preavviso, hanno iniziato a togliere la corrente a casematte. Occupazione fulcro della vita sociale, culturale, politica e aggregativa dell'Aquila ma anche luogo di ricovero e domicilio di persone che non hanno altre soluzioni abitative perchè, per le loro particolari situazioni personali e famigliari sono state escluse da ogni soluzione data dal governo nel post terremoto.
In questi mesi casematte ha ospitato tutti. Studenti erasmus spaesati al loro primo contatto con la città che non c'e', utenti del servizio salute mentale, rifugiati politici, lavoratori migranti sgomberati da i loro alloggi provvisori, gente che veniva a l'aquila per vedere la verità con i propri occhi, studenti e docenti universitari che volevano dare il loro contributo, attivisti, movimenti e collettivi dall'italia, dall'europa e non solo, che volevano venire a dare il loro contributo alla ricostruzione della nostra città e aquilane e aquilani che hanno trovato qui una comunità "famigliare" ma sopratutto di impegno politico e sociale per ricostruire insieme il senso profondo di una città. Quando la terra è tornata a tremare vicino L'Aquila abbiamo offerto rifugio a chi aveva paura. Casematte si è messa a disposizione, sempre, di tutti. Offrendo oltre che alloggi servizi dignitosi per vivere come docce, bagni e cucina. Autostruiti, autorecuperati investendo soldi ed energie che bisognava inventarsi quotidianamente,
Oggi siamo stati sorpresi. Perchè il confine tra la legalità e l'illegallità e diventato veramente troppo sottile. Chi è l'illegale? noi che dall'inizio senza soldi, senza strutture, abbiamo agito in nome della solidarietà, della necessità di fare qualcosa per il bene della collettività, scegliendo, tra mille rinunce e sacrifici, di rimanerci o di tornarci in questa città perchè continuiamo a pensare di essere utili? O chi specula, froda lo stato e quasi sempre la passa liscia?
Oggi abbiamo capito che l'elettricità, come l'acqua e l'aria, in particolare in una città fredda come L'Aquila, è un bene comune. Indispensabile alla sopravvivenza. Oggi ce la tolgono senza nemmeno la dignità che è indispensabile dare ad ogni essere umano di essere avvertiti prima per potersi organizzare. Chi ci rimette, per primo, è Antonio, un uomo di cinquant'anni che si "sbatte" da mesi per questo territorio, per la raccolte firme, per l'assemblea cittadina, per le iniziative sociale e culturali che ci danno ancora l'impressione di vivere in una città e non in un aggregato di c.a.s.e.
Domani o dopodomani toccherà a tutti. E ovviamente chi ci rimetterà per primo saranno le donne e gli uomini che vivono a casematte. Uno con un affitto a nero prima del terremoto, l'altro padre single, uno rifugiato politico, l'altro ex tossicodipendente senza diritti e casa da sempre, uno separato dalla compagna post terremoto, l'altro con una lunghissima casa "B" e nel frattempo con la famiglia che vive a centinaia di chilometri di distanza. Ma tutti che hanno scelto di sacrificare il proprio interesse o benessere personale per una causa più grande...che tocca e riguarda tutte e tutti.
Queste persone sono "sacrificabili" perchè "illegali"?
Lo chiedo alla città, alle associazioni di volontariato, alle istituzioni. Dobbiamo rimanere in silenzio?
Noi oggi abbiamo scelto di parlare.
Speriamo che saranno in tante e in tanti ad affollare lo spazio di casematte. Perchè casematte va difeso come spazio sociale e culturale che ha ospitato iniziative, presentazioni di film e libri, dibattiti sul futuro della città, del paese e del mondo anche con la presenza di tanti eletti, concerti, teatro, sport, centinaia di eventi dall'ottobre 2009 ad oggi, ma anche come spazio dove tanti a cui non vengono riconosciuti diritti qui trovano casa. Anche se un pò "matta".


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