La Confindustria chiede una sorta di zona franca

Dubbi sul decreto

12 Maggio 2009   16:40  

LETTERA A BERLUSCONI E SCHEDA DI APPROFONDIMENTO -  Questo il testo della lettera a firma del presidente Regionale Calogero Marrollo

L’Aquila, 11 maggio 2009

" Egregio Presidente Berlusconi, Sottosegretario Letta, Presidente Chiodi, Onorevoli Parlamentari abruzzesi,
voglio ancora ringraziarVi per la grande attenzione e il grande impegno dimostrati in queste settimane nei confronti dell’Abruzzo.
Faccio ora seguito alla mia precedente nota del 15 aprile scorso per inviare, in perfetta coerenza, una nuova nota su alcune principali priorità di cui il decreto sul terremoto dovrebbe tenere conto.
La più importante resta ancora l’ottenimento, per i territori più colpiti dal sisma, per un periodo quanto meno quinquennale, di un pacchetto straordinario di aiuti -una sorta di zona franca- che riconosca uno status di assoluto vantaggio in termini di riduzione ed esenzione fiscale e contributiva, da una parte, e di incentivi finanziari dall’altra, tali da incoraggiare veramente imprese e lavoratori ad investire capitali e risorse umane in questo comprensorio.
Si tratta di una richiesta fondamentale per ridare speranza al cratere del sisma. Senza il riconoscimento di uno status di vantaggio, tale da incoraggiare veramente imprese e lavoratori ad investire capitali e risorse umane, è difficile immaginare un futuro per questo comprensorio.
Ricordo ancora, al riguardo, che l’area più colpita - assimilabile alla Berlino del dopo guerra- è relativamente circoscritta per estensione e popolazione e che quindi un riconoscimento dello status di porto franco non dovrebbe comportare problemi tecnici, semmai politici. 
Ora la solidarietà nazionale e dell’UE deve tradursi in fatti concreti e questo è l’unico modo di farlo.
Va prego pertanto di farVi parte attiva in tutte le sedi nazionali ed europee per l’ottenimento di quanto richiesto e per quanto altro necessario, oltre che degli ulteriori aiuti di carattere emergenziale attualmente in fase di definizione.
Grazie ancora  per quanto voi personalmente, e il Governo tutto, state facendo per L’Abruzzo.
A disposizione per quanto necessario, invio un caloroso saluto.

Cav. Calogero Riccardo Marrollo

 

LE RICHIESTE DI CONFINDUSTRIA

Certezza dei tempi, delle procedure e delle risorse

In primo luogo devono assolutamente essere date risposte certe e dettagliate a quanti,  imprese o cittadini, aspettano di sapere come, in che tempi, in che misura, con quali parametri e con quali risorse potranno essere compensati dei danni causati dal sisma.
Naturalmente, l’aspettativa e le richieste sono quelle di poter contare  su risarcimenti che, in primo luogo, non siano inferiori a quelli concessi in occasione di altri eventi calamitosi in altri territori del Paese, in secondo luogo, siano comunque congrui a compensare i danni effettivamente avuti e a soddisfare aspettative eque di indennizzo (almeno 100% per i danni accertati alle imprese e per la prima casa). Il tutto in tempi quanto più brevi possibili e con procedure amministrative semplificate.

Riconoscimento aiuti straordinari a favore del cratere sismico

Ciò premesso, l’aspetto più importante  che il decreto  deve assolutamente  affrontare riguarda il riconoscimento almeno quinquennale,  o meglio decennale, alle zone terremotate - limitatamente e rigorosamente solo al cratere sismico dei 49 comuni già individuato-  di un pacchetto straordinario di aiuti -una sorta di zona franca- che riconosca uno status di assoluto vantaggio in termini di riduzione ed esenzione fiscale e contributiva, da una parte, e di incentivi finanziari dall’altra, tali da incoraggiare veramente imprese e lavoratori ad investire capitali e risorse umane in questo comprensorio.
A ciò si devono aggiungere ed accompagnare speciali regimi di semplificazione amministrativa tali da accelerare la ricostruzione e la ripresa economica.

A questa richiesta non vi sono alternative che potrebbero dare risposte reali e strutturali ai bisogni di questi territori, territori che, peraltro, già prima del sisma e della crisi economica globale in atto, soffrivano di gravi problemi di deindustrializzazione e delocalizzazione.

Questi territori, oggi, sono assimilabili alla Berlino bombardata del dopo guerra. Se vogliamo che vi possa essere almeno una speranza di rinascita è assolutamente necessario, pertanto, ridare a questi territori una attrattività e una competitività tali che possano sostenere la ricostruzione e la ripresa economica, favorendo investimenti che evitino quello che oggi si presenta forse come il maggiore rischio: la fuga delle imprese, di quelle rimaste, e degli stessi cittadini, per la gran parte sfollati, che oggi, nonostante la voglia di ricostruire, stentano ad immaginare un futuro per se e per le loro famiglie.
Non si può, quindi non tener conto che è questa la situazione in essere a seguito del sisma, situazione che purtroppo bene  rende l’idea della tragedia, del tutto particolare per luoghi e dimensioni colpite, che si sta vivendo in questo territorio e che se non verranno garantiti adeguati sostegni strutturali a lungo termine, neanche gli aiuti per la ricostruzione e la tenacia, la forza, la dignità e la voglia rialzarsi della popolazione colpita potranno dare una speranza a questa terra. Ulteriore aspetto collegabile alla “zona franca”  -o “porto franco”- deve riguardare anche l’Università di L’Aquila -definita come la prima fabbrica del territorio per l’economia indotta che genera- attraverso speciali esenzioni per quanto riguarda tasse di iscrizione, edilizia e alloggi studenti, borse di studio.

Analogamente dovrà garantirsi, fin da subito, la continuità delle funzioni pubbliche e dei relativi uffici  e, in modo particolare, di quelli connessi al ruolo di capoluogo di regione di L’Aquila.

Aggiuntività delle risorse

Naturalmente le risorse e gli interventi dovranno avere carattere principalmente aggiuntivo, rispetto a programmi e piani operativi già definiti (es. fondi FAS, POR FERS, azioni connesse 2015) che costituiscono fonti e piani strutturali di interventi fondamentali per l’economia di tutta la regione e, quindi, anche di quella delle aree colpite dal sisma. Al riguardo anzi, sarebbe auspicabile, a favore dell’Abruzzo, la riallocazione dei fondi FAS scesi a circa 892 milioni di euro rispetto ai circa 1 miliardo e 870 milioni assegnati precedentemente, nel 2007, per il periodo 2007/13 con delibera CIPE del 6/3/09

Gestione delle risorse,  affidamento lavori ricostruzione, qualità della ricostruzione

Una ulteriore questione da affrontare riguarda il ruolo delle imprese locali e abruzzesi. Nei limiti delle possibilità e competenze reperibili, dovrebbe essere previsto con atto straordinario,  che la ricostruzione sia affidata in primo luogo alle imprese locali, sia per favorire la stessa ripresa economica dei territori, sia ad evitare anche possibili infiltrazioni malavitose.

 Con riferimento alla gestione delle risorse si condivide l’intendimento, ai fini della massima trasparenza e qualità degli interventi, di ridurre al massimo la frammentazione dei poteri decisionali attraverso una specifica autorità di gestione. La frammentazione, infatti, determinerebbe scoordinamento negli interventi, carenze di competenze, difficoltà nel controllo, rimbalzo delle responsabilità, probabili casi di mala gestione e di clientelismo. 

Ricostruzione come progetto orientato all’eccellenza

Con successivi provvedimenti il Governo, o l’autorità di gestione, dovrà farsi carico di determinare precise direttive volte al coordinamento e alla puntuale pianificazione e programmazione degli interventi, nell’intero comprensorio, con il coinvolgimento degli EE.LL e delle parti sociali,, tali da garantire una ricostruzione orientata alla massima qualità .
Il riconoscimento fondamentale per il comprensorio terremotato di uno status di vantaggio assoluto quale zona o porto franco, deve infatti collocarsi  nel quadro di un progetto di ricostruzione di avanguardia e di eccellenza nell’intero panorama internazionale.
L’ immane dramma verificatosi  deve trasformarsi in una occasione  vera di grande rinascita, di cui status e risorse richieste costituiscono solo degli strumenti indispensabili da gestire con oculatezza, onestà e intelligente lungimiranza.

Ripianamento debito sanitario ed esonero Patto di stabilità

Una altra questione  riguarda l’esonero dell’intero Abruzzo dagli obblighi di cui al patto di stabilità, la richiesta per l’Abruzzo di vedersi ripianato il debito sanitario e, quindi, il ritorno del carico fiscale (IRAP e IRPEF) per le imprese ed i cittadini  in linea  con quelli delle altre regioni.

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