La Guardia di Finanza sequestra all'Ex St. Andrews altri 850mila euro per indebita percezione

02 Febbraio 2015   14:41  

Nuovo sequestro della Guardia di Finanza di L’Aquila per la vicenda della ricostruzione del complesso immobiliare “Ex St. Andrews” di Campotosto.

In esecuzione di un provvedimento del GIP Guendalina Buccella emesso su richiesta del Procuratore della Repubblica Fausto Cardella e del PM Simonetta Ciccarelli, i finanzieri della Compagnia del capoluogo hanno sequestrato beni per ulteriori 850mila euro in relazione all’avvenuta percezione, da parte degli indagati, di un ulteriore S.A.L. (stato di avanzamento lavori).

Come si ricorderà, a novembre scorso i finanzieri avevano posto sotto sequestro beni per un importo di 1,2milioni di euro, corrispondenti al contributo pubblico che, allora, risultava percepito dagli indagati a fronte della presentazione di un progetto esecutivo di lavori di ristrutturazione post-sisma, rivelatosi mendace.

Le indagini, infatti, avevano fatto emergere che l’immobile era inagibile e fatiscente già prima del terremoto e che la richiesta di contributo era basata su dichiarazioni non veritiere dei tecnici incaricati e sulla compiacenza di pubblici amministratori e funzionari del Comune.

Gli indagati erano 13 e rispondevano, a vario titolo, di indebita percezione di finanziamenti pubblici e abuso d’ufficio.

Proprio in fase di esecuzione di quel sequestro, i finanzieri accertarono che era stata erogata anche l’ultima tranche di contributo e, per tale ragione, sequestrarono di iniziativa 300mila euro ancora giacenti sul conto corrente dedicato a parziale copertura di quest’ultimo importo.

Alla luce di tali emergenze rapportate alla magistratura, i finanzieri hanno ora eseguito un ulteriore provvedimento ablativo sui beni di proprietà degli indagati, fino a concorrenza del contributo - circa 850 mila euro - non ancora cautelato da provvedimenti giudiziari.

In particolare, sono stati sottoposti a sequestro un totale di nove immobili tra L’Aquila, Campotosto, Avezzano e Roma.

Complessivamente, l’indebita percezione in danno dello Stato ammonta a 2,4 milioni di euro.

 


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