La RAI pretende il canone dai terremotati aquilani, anche nel periodo dell'inagibilità delle case

riceviamo e pubblichiamo

20 Febbraio 2012   10:52  

Morosi, piagnucolosi, "morti di fame", TERREMOTATI...

Sono solo alcuni degli aggettivi che la popolazione aquilana ha guadagnato nell'ultimo anno dal recupero crediti di molte società e multinazionali.

Ultima, in ordine cronologico, la lettera pervenutaci in redazione e che pubblichiamo in calce, esempio lampante di come gli italiani abbiano aiutato gli aquilani ed invece le multinazionali, mosse a compassione del solo denaro, oggi pretendano ogni singolo euro ed anche la messa in mora delle fatture "non pagate".

La RAI non fa eccezione di un episodio che se non ledesse i diritti di due rispettabili cittadine sarebbe un gran bello sketch comico.

Gent.ma redazione,
Vi scrivo per denunciare un fatto grave che in questo momento colpisce me e la signora sotto citata ma che in realtà risulta un problema per tutta la popolazione aquilana che, a causa del sisma, non ha pagato il canone RAI.

La signora Leila Karami Nogurani ai tempi del sisma divideva con me la mia casa in Via delle Nocelle. Dopo il sisma si è trasferita a Bracciano e non essendo più in possesso di un apparecchio radiotelevisivo ha chiesto la disdetta del canone che risultava a suo nome pagando, per concludere la pratica della disdetta, la cifra di euro 56,39 riguardanti il primo semestre del 2011: la suddetta cifra è stata pagata in data 14-05-2011.

Dagli accertamenti che la RAI ha fatto per accettare la sua richiesta di disdetta risulta che la signora Karami, secondo la comunicazione ricevuta in data del 16 febbraio 2012 deve alla rai: € 167,65 per canone di abbonamento € 27,06 per sanzioni amministrative e interessi di mora.

A questo punto decide di capire e telefona al n. 199.123.000 Da una prima telefonata al Call Center RispondeRai, avvenuta tra le ore 14:30 e le 15:30 in data 16 febbraio la signora Karami, secondo l’operatore, non ha pagato il canone Rai per l’anno 2009-2010.

Da una seconda telefonata al Call Center RispondeRai, avvenuta tra le 16:00 e le 17:00 in data 17 febbraio la signora Karami, secondo l’operatore, non ha pagato il canone Rai 2010, e la cifra pagata di € 56,39 per il primo semestre 2011, è andata a coprire il primo semestre del 2010, perciò la signora Karami deve alla Rai € 167,65 e € 27,06 ed entro 15 giorni dal ricevimento della comunicazione ricevuta in data del 16 febbraio 2012.

La signora Karami ha fatto presente che a causa dei gravi disagi conseguiti tutta la popolazione aquilana non ha pagato il canone tanto che non sono arrivati neanche i bollettini per il pagamento. Risposta paradossale della RAI: L’ESENZIONE DAL CANONE DOVEVA ESSERE RICHIESTA pertanto tutti gli abitanti dell’Aquila che non l' hanno fatto e non hanno pagato risultano morosi.

Qui non si tratta di avanzare scuse per non effettuare pagamenti dovuti per legge quanto di esigere il dovuto rispetto per una popolazione già colpita duramente e che non si merita di essere anche considerata morosa o inadempiente.

Ci saremmo aspettate che la RAI non solo non pretendesse – come sapevamo – alcunché proprio per rispetto e solidarietà senza appellarsi a procedure burocratiche che risultano, oggi, offensive ma che almeno comunicasse in modo chiaro alla popolazione tutta, e nei tempi giusti, le modalità che ora fa cadere sulle nostre teste come un danno e una beffa ulteriori. Danno e beffa che mi sento in dovere di denunciare tramite Stampa.

Bruna Marcantonio
L’Aquila 20 febbraio 2012



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