La diplomazia italiana ai tempi del Cavalier Sandokan

Importante onoreficenza per Kabir Bedi

13 Dicembre 2010   11:27  

Tutti conoscono Sandokan, la Tigre della Malesia impersonata nel piccolo e grande schermo da Kabir Bedi, l'attore indiano divenuto famoso in tutto il mondo grazie a questo personaggio. Bene, giovedì, a Mumbai, l'interprete è stato insignito del cavalierato dell'Ordine al merito della Repubblica italiana. Per l'occasione erano presenti esponenti della comunità indana, italiana ed anche il nostro ambasciatore in quei luoghi, Giacomo Sanfelice di Monteforte.

All'attore sono stati riconosciuti un grande magnetismo e una straordinaria personalità, che gli hanno permesso di svolgere l'importante ruolo di ponte fra il mondo indiano e quello italiano. In sottofondo, erano udibili le note della colonna sonora del telefilm, famose almeno quanto il protagonista. Insomma, l'atmosfera, così descritta, sottolineava uno dei momenti più goffi della diplomazia internazionale.

Nonostante tutto, però, Kabir Bedi non è riuscito a non commuoversi: "Ho ricevuto molti riconoscimenti nella mia vita, ma questo è particolarmente importante perché mi è conferito dallo Stato italiano.". In effetti, per quest'uomo nato a Lahore (all'epoca in India, ora in Pakistan) dev'essere stato un momento carico d'emozione. I sentimenti forti da lui provati, però, non mi impediscono di sollevare un'obiezione (in perfetto stile con la mia rubrica).

Da tempo, infatti, la nostra politica è caduta nel vizietto di premiare personaggi noti, come se non contassero le idee ma le apparenze. Ora anche la diplomazia cade nel tranello e premia Bedi, persona senz'altro degnissima, ma in un clima più hollywoodiano che istituzionale. Senza nulla voler togliere ai meriti dell'attore (notevoli) credo ci siano persone più silenziose (e che, di conseguenza, non fanno notizia) a cui assegnare un titolo tanto importante.

 

Francesco Balzano

 


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