La fine annunciata della saga dei tributi

16 Dicembre 2009   14:45  

Per la conferma si tratta di attendere le ultime ore. La saga interminabile della questione fiscale per le zone terremotate abruzzesi vedrà la sua fine nella mattinata di domani, con l'attesissima riunione del Consiglio dei Ministri prevista per le ore 9:30.
Attesissima, oltre che per la presentazione dell'annunciato provvedimento di sospensione ulteriore del prelievo fiscale per le popolazioni del "cratere", per la connotazione di prima riunione di governo dopo l'aggressione a Silvio Berlusconi di domenica sera e per gli annunciati provvedimenti stringenti sull'utilizzo della rete (le ultime indiscrezioni parlano di sistemi di "filtraggio" dei portali non meglio definiti) e sulle manifestazioni di piazza non autorizzate.

Le rivelazioni dell'ultim'ora sul decreto di protezione civile sembrano confermare tutte le voci di corridoio e le bozze di decreto annunciate nei giorni passati. E sembrano chiudere nei modi previsti una vicenda che aveva ormai assunto i contorni della saga epica.

L'interminabile catena di dichiarazioni, leggi, smentite e promesse sul tema fiscale prese vita nemmeno tre mesi dopo il tragico sisma, il 1° luglio 2009, con l'approvazione del decreto-legge "anticrisi". All'articolo 25, dal titolo "spese indifferibili", l'esecutivo, inaspettatamente, ordinava la ripresa della riscossione dei tributi dai comuni del cratere a partire dal 1° gennaio 2010.
Appena 86 giorni dopo il sisma, senza C.A.S.E. o M.A.P. e in piena "fase tendopoli", L'Aquila era già una spesa indifferibile.

Le proteste intraprese dalla popolazione locale contro una decisione vista come offensiva oltre che apparentemente inutile in termini macroeconomici godettero di un'ottima eco sulla stampa nazionale, portando il Ministro Giulio Tremonti a garantire una confortante promessa, anche se vana nella fattispecie: la proroga dell'esenzione tributaria per mezzo di ordinanza della Protezione Civile (tecnicamente non predisposta a gestire direttamente questioni di natura meramente fiscale). Un'ordinanza che non arrivò mai.

Eppure, dopo la dichiarazione del Ministro dell'Economia, ci furono ben quattro occasioni in Parlamento per rimuovere la decisione intrapresa agli inizi di luglio. Nulla da fare. Le decine di emendamenti alternativi o abrogativi all'articolo 25 furono respinti in massa, in tutti i passaggi: commissioni e plenaria, con il significativo voto contrario dei senatori abruzzesi del PDL: Di Stefano, Pastore e Tancredi.

La posizione quantomai irremovibile del governo e dell'intera maggioranza hanno avuto una piena conferma fino a pochi giorni fa, con la presentazione della Legge Finanziaria in Camera e Senato, in cui si dava conferma ancora una volta della scelta intrapresa in estate: ripristino del 100% degli arretrati ed in 60 rate, dopo una sospensione durata appena 8 mesi.

Domani, allo scadere del tempo utile, il governo si appresta a dare finalmente una risposta alle numerose proteste delle popolazioni locali, procrastinando la ripresa dei tributi a novembre 2010.
Un atto ineccepibile, ma anche dovuto, in virtù delle decine di migliaia di persone in sistemazioni precarie, in albergo, nelle caserme, in case di parenti o amici o all'interno delle proprie abitazioni ancora lesionate, moltissime prive di un reddito anche minimo. Con questo salvataggio in zona calcistica "Cesarini", questo provvedimento assume ora le caratteristiche di un gesto magnanimo di straordinaria generosità, un'inatteso segno di benevolenza ed attenzione, un regalo natalizio da parte di chi "non era tenuto a disturbarsi".

D'altronde la carota è più saporita se segue il bastone.


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