La moratoria sulle cave e il giallo del consigliere comunale in commissione

01 Agosto 2012   13:50  

Intorno alla battaglia sulle moratoria delle cave si apre un giallo, subito risolto. Chi è il consigliere comunale, si chiede Rifondazione comunista, che senza averne titolo ha sostenuto a livello istituzionale l'emendamento Ricciuti in commissione regionale? A seguire la nota del Prc.

''Dalla lettura dalla relazione della IV commissione consiliare della Regione Abruzzo abbiamo appreso che la proposta di legge del consigliere Luca Ricciuti sull'esclusione del Comune dell'Aquila dalla moratoria cave sarebbe stata sostenuta da un non precisato esponente degli 'organi istituzionali del capoluogo abruzzese, audito in commissione. 

Ci domandiamo chi sia tale esponente e come sia possibile che sia intervenuto per conto dell'Istituzione Comunale visto che su tale proposta di legge non c'è stata alcuna deliberazione né di Giunta, né di Consiglio, tantomeno alcun accordo di maggioranza al fine di escludere il territorio comunale dalla moratoria.

Tale ipotesi è da scongiurare  ribadiamo che la Regione deve dotarsi al più presto di un adeguato piano cave, a maggior ragione in un territorio che affronta la ricostruzione.

Con il permanere della moratoria per tutti gli altri comuni, il territorio comunale verrebbe sovraccaricato delle esigenze estrattive non solo locali con conseguente impatto ambientale, tra l'altro in contrasto con il piano regolatore tuttora vigente che esclude l'apertura di nuove cave.

Riteniamo che sia prioritario il riutilizzo delle macerie del sisma e che sia dovere del Comune concorrere a orientare le attività imprenditoriali in questa direzione".

A rispondere a Rifondazione è il consigliere regionale del Pdl Nicola Argirò, in qualità di presidente della commissione competente. 

“Nella seduta dell’organismo del 27 luglio scorso alla quale era invitato il sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, è intervenuto il vice, Roberto Riga, che nel corso dell’audizione ha depositato la delibera di Giunta municipale numero 121 del 2012 nella quale l’amministrazione dava assenso alla deroga e in cui si legge l’indirizzo di ‘consentire la prosecuzione delle attività estrattive nel Comune dell’Aquila’ nonché ‘alle richieste di coltivazione su altre superfici attigue alla attività estrattiva già in essere, considerate le ingenti esigenze produttive sorte a seguito del sisma del 6 aprile 2009.

Poiché mi risulta che Rifondazione è al governo cittadino, sin dai tempi della delibera in questione – conclude Argirò – appare quantomeno singolare che oggi lo stesso partito si scagli contro una decisione che in precedenza aveva avallato".


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