La quinta commissione al capezzale della sanità abruzzese

La Confindustria invoca tagli e rigore

11 Marzo 2009   12:58  

Prima seduta della quinta commissione oggi a Palazzo dell'Emiciclo. Il primo passo è stata una lunga relazione dell'assessore Lanfranco Venturoni. Una relazione che ha illustrato una dettagliata terapia dei mali che affliggono la sanità gravata da un debito insostenibile che brucia quasi il 90% delle risorse regionali. E passando sul piano delle possibili terapie Venturoni è stato chiaro, come ieri lo è stato il presidente Chiodi. Non sarà un operazione di microchirurgia, par di capire,  si dovrà usare la mannaia.  I piccoli ospedali dovranno essere riconvertiti alla cura delle malattie croniche, cosa significherà in termini occupazionali è presto dirlo, ma l'obiettivo è quello di risparmiare milioni di euro, dunque....

Le cliniche private dovranno fare sacrifici:  "il tempo del far west è finito", afferma al nostro microfono. I precari della Asl, afferma poi Venturoni al nostro microfono, non potranno essere stabilizzati, "sono stati assunti quando le risorse lo permettevano, ma ora le condizioni sono cambiate. Andranno a casa, insomma, taglia corto Venturoni.  

Nel servizio interviste all'assessore Venturoni, alla presidente di commissione Nicoletta Verì e a Marinella Sclocco, consigliere regionale del Pd

CONFINDUSTRIA NO A NUOVE TASSE, SI AL TAGLI NELLA SANITA'

Confindustria Abruzzo auspica l'effettiva concretizzazione del programma annunciato dal Presidente della Regione Abruzzo circa la volontà' di non voler ricorrere all'aumento della fiscalità' e di voler invece perseguire politiche di rigore orientate, come da tempo richiesto dall'Organizzazione, alla riduzione degli sprechi -in primo luogo attraverso la riforma e la riorganizzazione delle ASL e degli enti strumentali- e alla concentrazione delle risorse verso investimenti e politiche di qualita'. Confindustria Abruzzo, al riguardo - spiega una nota - condivide anche la necessita' di un serrato confronto con il Governo nazionale teso da una parte a riformulare una profonda riforma condivisa del sistema sanitario abruzzese e, dall'altra, a ricercare piani di rientro finanziario che, nel quadro di una logica di rigore sopra richiamata, evitino con certezza e con assolutezza un aumento dell'aggravio della fiscalità'. Se le politiche regionali saranno effettivamente orientate in tal senso, Confindustria Abruzzo - prosegue la nota - sosterrà' apertamente anche quelle decisioni impopolari che si rendessero necessarie per risolvere una ormai annosa questione che tanti problemi, anche di carattere giudiziario, ha causato al nostro Territorio. Nel caso, invece, venissero a prolungarsi situazioni di spreco e di deficit amministrativo e finanziario ormai insostenibili, che portassero a ulteriori aggravi a carico delle imprese, Confindustria Abruzzo manifesterà fortemente, e anche con forme di protesta eclatanti, il suo dissenso. Confindustria Abruzzo, consapevole della gravita' del momento - conclude la nota - si mette quindi responsabilmente a disposizione del Territorio e del Governo regionale, per contribuire a tutte le possibili forme di soluzione della questione Abruzzo, che non gravino, ancora una volta, sul tessuto economico e sociale.

A RISCHIO  LA RESIDENZA ASSISTENZIALE DI CAPISTRELLO

La presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, chiede a Regione Abruzzo e Asl di Sulmona-Avezzano un incontro per esaminare la situazione della Residenza Assistenziale di Capistrello (L'Aquila) che, dopo essere stata convenzionata con la Asl nel 2003, attende l'accreditamento della Regione Abruzzo dal 2004. "La Regione prevede nel piano sanitario regionale circa 400 posti per la residenza assistenziale, ma poi non accredita le strutture già esistenti, che posseggono i requisiti e offrono un servizio assolutamente necessario. Si tratta davvero di una beffa", ha detto la Presidente. Nella struttura di Capistrello sono ospitati 40 pazienti con diverse problematiche. "Si tratta per lo più di persone anziane - aggiunge Pezzopane - , che pagano circa 900 euro al mese. Qualcuno non è in grado di garantire l'intera mensilità, ma riceve ugualmente le cure necessarie. Se la struttura chiudesse si creerebbe un doppio problema: l'assistenza di queste persone e il futuro di 18 dipendenti in un'area già depressa dal punto di vista occupazionale".

 

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore