La rabbia degli sfollati ancora in tenda senza prospettive

Gli ospiti del campo Italtel2 scrivono a Napolitano

11 Novembre 2009   15:09  

Hanno scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli sfollati, una quarantina in tutto, ospitati nella tendopoli Italtel2, una delle 28 aree di accoglienza ancora aperte nell'aquilano.

“Sette mesi in tenda significa disfatta per le amministrazioni, invito chi ci amministra a passare un solo mese sotto una tenda” dice Annamaria, ospite del campo alla quale è stato proposto di andare in un albergo a Pescasseroli o sulla costa abruzzese. “Troppo lontano” dice “lavorando a L'Aquila”.

La signora Imola invita gli uomini della Protezione civile che occupano gli alberghi dell'Aquila ad andare loro negli alberghi lontani.

“Gli errori nella gestione dell'emergenza li stiamo pagando noi” rincara un'altra sfollata, facendo riferimento al motto governativo “dalle tende alle case”.

Poi, c'è il problema delle case B e C, i cui titolari non hanno avuto diritto ad alcuna soluzione abitativa, ma al pari di chi ha una casa classificata E, in molti casi dovranno aspettare anche due anni prima di poterci rientrare.

La signora Carla è una cassaintegrata, lavorava per una società di servizi che aveva in gestione le pulizie della Casa dello studente di Via XX Settembre, ha una figlia che va a scuola a L'Aquila e il marito lavora in città con turni anche alle sei di mattina, lei inoltre non guida quindi proprio non vuol sentir parlarne di andarsene.

Poi c'è il problema degli affitti: si chiedono fino a mille euro al mese per 70 metri quadri denuncia un signore.

A Simona e la sua famiglia fra poche settimane sarà assegnato un modulo nel progetto C.a.s.e., ma in attesa della consegna non può lasciare la città.

(MS)

 


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