La recensione di 'Mine vaganti'

Speciale cinema

21 Marzo 2010   13:07  

Mine vaganti

Regia: Ferzan Ozpetek
Cast: Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Ilaria Occhini, Bianca Nappi, Massimiliano Gallo, Paola Minaccioni, Emanuela Gabrieli, Carolina Crescentini, Giorgio Marchesi, Gianluca De Marchi, Daniele Pecci, Matteo Taranto, Carmine Recano
Genere: Commedia
Durata: 110 minuti
Voto: OOO

Quella di Tommaso, il figlio minore dei Cantone proprietari di un pastificio in Puglia, è una famiglia numerosa e stravagante. In casa c'è molta attesa per il suo ritorno: la nonna ribelle e intrappolata nel ricordo di un amore impossibile, la mamma Stefania, amorosa ma soffocata dalle convenzioni borghesi, il padre Vincenzo deluso nelle aspettative sui figli, la zia Luciana a dir poco eccentrica, la sorella Elena che rifugge un destino da casalinga, il fratello Antonio da affiancare nella nuova gestione del pastificio di famiglia. Insieme a loro Alba, la cui strada incrocia professionalmente quella dei Cantone.
La famiglia vista con gli occhi di Ferzan Ozpetek. Si potrebbe sintetizzare così questo mine vaganti, in cui si indagano i rapporti tra persone appartenenti allo stesso nucleo, eppure così lontane l'uno dall'altra tanto da sembrare sconosciute. Torna, ancora una volta, la tavolata, simboleggiante il punto d'incontro tra i vari universi presenti, dove ci si riunisce ma si corre anche il rischio di ingoiare bocconi amarissimi. Eppure, il confronto rimane indispensabile per cercare di capirsi. Non bisogna aver paura di deludere l'altro, insomma, perchè prima di tutto viene l'affermazione del singolo che, solo quando imparerà ad accettarsi per primo per quello che è, potrà pretendere di essere riconosciuto anche al di fuori. L'unico modo per far questo, è lasciare andare ogni parte di sè, come una mina vagante che sbaraglia 'l'ordinario' (ma cosa sarà mai, poi?) per rimettere, alla fine ogni cosa a suo posto. Perchè, nonostante i nostri preconcetti, l'amore (familiare) vince su tutto. Non potrà mai succedere, del resto, che la Terra odi il proprio Albero.
Ferzan Ozpetek torna a parlare del suo piccolo mondo, strambo e carnevalesco, dove ogni personaggio indossa la sua maschera per raccontare l'Italia di oggi. Abbiamo, allora, lo spirito conservatore, quello ribelle, quello femminile, quello maschile e, prediletto dal regista, quello del terzo sesso. Pur essenso stereotipati, i protagonisti di quest'opera corale non diventano mai macchiette, grazie alla capacità di tutti gli attori di dargli spessore. Nonostante, però, la capacità di essere un ottimo direttore d'orchestra, il concerto cui l'italo-turco dà vita è un pò noioso e, soprattutto nella prima parte, piuttosto monocorde. Poi, le mine vaganti del titolo esplodono, grazie all'ingresso del quartetto di amici romani di Scamarcio (in cui spiccano Daniele Pecci e Gianluca De Marchi), i quali riescono a dare il giusto ritmo alla commedia. Ottimo anche il cast di contorno da Lunetta Savino al sempre bravo Ennio Fantastichini, nei panni del tipico padre 'mascolo' del Sud. Insomma, tra pregi e difetti, Ozpetek riesce a portare a termine il suo film sulla famiglia (non sull'omosessualità, come ha tenuto a precisare).
Poteva sicuramente essere fatto meglio, ma si vede che è sentito.

Francesco Balzano

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